lunedì 12 maggio 2008

• Scudieri e genuflessioni

«(ANSA) - ROMA, 11 MAG - In apertura di Che tempo che fa, Fabio Fazio si e' scusato col pubblico e letto una nota del dg della Rai Cappon dopo le frasi di Travaglio. 'Il Direttore generale - ha letto Fazio - in relazione alle dichiarazioni rilasciate ieri da Travaglio', 'non solo si dissocia a nome della Rai e manifesta nei confronti del presidente del Senato la piu' alta considerazione e rispetto, ma non puo' che stigmatizzare un comportamento inaccettabile in qualsiasi programma del servizio pubblico'. Comportamento inaccettabile - prosegue la nota dell'azienda - 'che mette in campo critiche, insulti e affermazioni diffamanti senza alcuna possibilita' di contraddittorio'. Inoltre Fazio, dopo aver letto la sua dichiarazione gia' diffusa ha aggiunto: 'nel mio mestiere possono capitare incidenti di percorso, ma parole come 'trappola', 'macchinazione', 'complotto', non fanno parte del mio modo di lavorare, non esistono secondi fini: usare le parole e' un privilegio non un rischio ma non si puo' essere all'altezza di questo privilegio se non si corrono rischi'.»

Non sopporto il modo di fare 'giornalismo' di Santoro e Travaglio; soprattutto la frequente loro strumentalità. Offensivo negli atti e nel modo di porgerli Disperante in ogni sua manifestazione. Al di là dei contenuti (penso controllati ed approfonditi!), lo strumento dell'allusivo e della speculazione richiama un  modo di fare - sia che investa persone per bene o meno - inqualificabile: guardare dal buco della serratura, lanciare allusioni come cose dimostrabili o valutazioni ed ipotesi come atti dimostrati. Tutto questo, inevitabilmente, porta a porre l'attenzione negativa non sui 'colpiti' o sui 'colpevoli' ma su coloro che - anche a scopo positivo per democrazia e repubblica (e stavolta, in particolare, ne dubito) - lanciano accuse ed allusioni. Anche quando le loro parole sono rilevate da pubblicazioni, note spesso da tempo, e di cui nessuno ha contestato la correttezza. 

Inducono occasionali genuflessioni e perbenismi plateali, spesso ipocriti, degli uni o degli altri. Mi sembra che questo stia accadendo; e non mi riferisco né a Cappon né a Fazio. Come giustamente - secondo me - qualcuno sta osservando, il servizio pubblico, in particolare, non deve essere strumentale a questi giochi. Gli uni cercano di mettere alla berlina quelli che considera i 'nemici' o fa in modo che altri possano convincersi del peggio; gli altri sulla stessa materia fanno gli scandalizzati in caccia di spazi 'spendibili' nella gestione del potere. 

«È bene che si abbiano ben chiari i termini della questione che si è aperta in questi giorni con Marco Travaglio & c. e con quelle frange della sinistra televisiva che già sognano (in alternativa o in sequenza) girotondi elettronici e atti di martirio. Qui  non ci sono in ballo né la lotta alla mafia (che prosegue con buoni successi e alterni governi), né il buon nome di politici e cariche istituzionali (perfettamente in grado di difendersi e con tutti gli strumenti per farlo), né la libertà di stampa e di critica, che con buona pace di tutti non è mai venuta meno in Italia, né quando piangeva Berlusconi né quando piangevano le vittime dei suoi editti: è una libertà limitata dai suoi intrecci col potere politico, finanziario ed economico né più né meno che in tutte le democrazie occidentali (chiedere al Wall street journal), e chi non ci crede si accomodi a Mosca o a Caracas per apprezzare cosa sia la vera censura.» * 

I Santoro ed i Travaglio la smettano con certi metodi e comportamenti. La smettano i Gasparri di fare le mammolette: non lo sono e non lo sanno fare. 

Ma cosa c'è in ballo ? «La pretesa di una fazione intellettuale e giornalistica di condizionare e orientare l’agenda dell’opposizione ai governi della destra, ricattandola apertamente. Tanto più oggi, nell’imminenza dell’incontro fra Berlusconi e Veltroni, dobbiamo capire che c’è una lotta squisitamente politica da ingaggiare e vincere,» se non si vuole che il partito Democratico sia «trascinato in un deserto di iniziativa politica e di lucidità intellettuale, ricacciato all’indietro in una condizione minoritaria che renderebbe definitiva per anni la vittoria della destra nella testa e nelle coscienze degli italiani. L’offensiva politica contro il Pd di Veltroni si maschera dietro l’irresponsabilità e la pretesa neutralità della denuncia giornalistica. Puro pretesto.» *


* «...» Citazioni da Europa, articolo di Stefano Menichini


Nessun commento: