domenica 29 marzo 2009

• Ripensare l'economia sul primato della persona e del lavoro

Il cardinale Renato Raffaele Martino (Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace) ha scritto un importante articolo apparso su “L'Osservatore Romano” di oggi, 29 marzo 2009.
Inizia così: «La profonda crisi finanziaria manifestatasi nell'autunno scorso e della quale è ancora difficile valutare la gravità degli sviluppi economici e sociali, può essere occasione positiva per ripensare l'assetto globale dell'economia e della finanza. Va in questa direzione l'apprezzabile iniziativa del Governo italiano di inserire, per la prima volta, fra le tappe di avvicinamento al G8 che si terrà nel mese di luglio del 2009, anche uno speciale summit sociale del G8 stesso.
In modo particolare, merita attenta considerazione il tema scelto per questo summit sociale: «La dimensione umana della crisi: provvedere alla persona, ripartire dalla persona». Questo perché se lo sconquasso della finanza si riverbera in definitiva sul sistema economico e quindi sulle persone concrete inserite nel loro ambito familiare, anche la reazione non può essere suscitata che dalle persone concrete.
Ciò comporta provvedere alla persona salvaguardando la sua dignità con l'adattamento dei sistemi di welfare; ripartire dalla persona creando le condizioni per la nascita di nuove opportunità di lavoro. Temi, questi, che stanno a cuore alla Chiesa e che sono al centro del suo insegnamento sociale.»
Può essere letto nella sua interezza al seguente link:
Ripensare l'economia
Consiglio la rilettura di quanto scritto da Carlo Azeglio Ciampi e che abbiamo riportato sul blog "mai dire ormai - 1"

sabato 21 marzo 2009

• Neo-PDL in arrivo

Luigi La Spina così fotografa sulla STAMPA di oggi la nascita della fusione, formale, del Popolo della Libertà: il nuovo PDL. «L'unione tra Alleanza nazionale e Forza Italia costituisce sicuramente un fatto positivo per la nostra democrazia.» «La scommessa di Fini, prima sulla futura egemonia culturale e, poi, su quella politica si fonda non solo sulla resurrezione di alcuni «temi forti» del suo passato partitico.Ma sulla speranza di aver intuito alcune trasformazioni profonde del moderatismo
italiano, come l'inarrestabile secolarizzazione modernizzante di quell'elettorato, che resta conservatore in economia e in politica, ma che non lo è più nel costume privato e pubblico.»«La vera competizione, nel centrodestra, è tra chi, anche senza cannocchiale, avrà visto meglio il futuro.»
Concordo. Aggiungerei, tuttavia, che le due leadership di Berlusconi e Fini (che pur fan da sottofondo: leader maximo e leader astuto ed occhieggiante) accettano di confrontarsi sul
medio periodo sulla evoluzione culturale politica del loro bacino elettorale stabile; che sono in vario grado consapevoli che l'insieme di 'Forza Italia' confluisce in una 'Nuova Alleanza Nazionale', che tende ad affermare una cultura politica tipica della destra europea (oscillante tra benpensantismo, tecnocrazie e nuovi costumi relazionali che guardano soprattutto al loro interno).Come sempre in casi come questo di 'fusione' di gruppi con diversa
storia vissuta alle spalle bisogna guardare con attenzione, ai vari livelli territoriali, a chi siederà sulla poltrona di 'amministratore delegato' e chi su quella di 'presidente'. L'esperienza dice che per chi ricerca un consolidamento o una affermazione culturale è meglio operare da amministratore delegato. La leadership si misura per gli effetti nel breve periodo e ad essa ci si può adattare. La cultura è un momento strutturale che si misura nel medio-lungo periodo e punta ad effetti durevoli e permanenti.

giovedì 19 marzo 2009

• Profilattico: uno scandalo non necessario

Condivido le opinioni di Luigi Accattoli espresse a proposito del problema sollevato e delle dichiarazioni di Benedetto XVI, diffuse nel proprio blog. Trascrivo quelle che più mi sentono coinvolto. Le considero un punto di riferimento, per me importante.

Scrive Accattoli nel messaggio di partenza. «La Chiesa non propone l'uso del profilattico per la prevenzione dell'aids - la sua via è quella della formazione alla responsabilità sessuale - ma non si oppone ai programmi che lo prevedono e che da lei non dipendono: ritengo che l'istruttoria in materia - dentro e fuori il Vaticano - sia matura perchè si arrivi a formulare questa posizione e immagino che ciò sia possibile nel corso del viaggio africano del papa. Già più volte Benedetto ha trovato le parole giuste nel momento della massima esposizione alla canea mediatica: ciò è avvenuto con la Shoah, con i preti pedofili e con l'Islam . Nel primo commento riporto la dichiarazione del portavoce vaticano che a mio parere prelude alla posizione che mi auguro possa essere formulata. Nel secondo, le parole dette dal papa in aereo che non hanno il tono asseverativo e "pericoloso" che gli è stato attribuito dai malintenzionati e che ovviamente sono alla base della precisazione del portavoce. Nel terzo dico la mia riluttanza a trattare il tema: sono un uomo all'antica e non immaginavo di arrivare a mettere il profilattico nel titolo di un mio post.»

«Ecco le parole del papa in aereo in risposta alla domanda del collega Philippe Visseyrias di France 2 ("Santità, tra i molti mali che travagliano l'Africa, vi è anche e in particolare quello della diffusione dell'Aids. La posizione della Chiesa cattolica sul modo di lottare contro di esso viene spesso considerata non realistica e non efficace. Lei affronterà questo tema durante il viaggio?"): "Io direi il contrario: penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l'Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti, con le sue diverse realtà. Penso alla Comunità di Sant'Egidio che fa tanto, visibilmente e anche invisibilmente, per la lotta contro l'Aids, ai Camilliani, a tutte le Suore che sono a disposizione dei malati … Direi che non si può superare questo problema dell'Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c'è l'anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di preservativi: al contrario, il rischio è di aumentare il problema. La soluzione può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l'uno con l'altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti. E questi sono i fattori che aiutano e che portano visibili progressi. Perciò, direi questa nostra duplice forza di rinnovare l'uomo interiormente, di dare forza spirituale e umana per un comportamento giusto nei confronti del proprio corpo e di quello dell'altro, e questa capacità di soffrire con i sofferenti, di rimanere presente nelle situazioni di prova. Mi sembra che questa sia la giusta risposta, e la Chiesa fa questo e così offre un contributo»

• • Interessanti anche i rilievi di Luigi Bonacina su LA VITA

• ACLI: Dieci consigli per tempi di crisi

Un modo "insieme pratico e creativo" per non essere travolti dalla crisi economica.
Dieci consigli per le famiglie in tempo di crisi elaborate dall'economista Luigi Campiglio per le Acli, e pubblicate sull'ultimo numero della rivista "Aesse"
1) "stare insieme", per assorbire meglio "le conseguenze dell'incertezza e del rischio crescente".
2) "migliorarsi sul piano professionale", perché "non è mai troppo tardi per acquisire nuove conoscenze o rafforzare quelle esistenti".
3) "scoprire occasioni nuove di convenienza per la spesa quotidiana".
4) "eliminare gli sprechi nei consumi quotidiani".
5) "vivere verde", cioè "utilizzare al meglio le opportunità di energie alternativa, ridurre i consumi energetici, usare di più i mezzi pubblici, camminare, usare la bicicletta".
6) "controllare i costi di fatture, bollette, estratti conti,
7) usare internet in modo sistematico approfittando dei servizi gratuiti e delle opportunità di acquisto o scambio vantaggiose,
8) chiedere più pareri sulle questioni di rilevanza economica che si devono affrontare".
9) "dare il buon esempio con i figli sul come affrontare con energia e dignità le difficoltà del vivere quotidiano".
10) "pensare diverso, evitando "il pensiero unico e negativo sul futuro".

(da S.I.R. - Mercoledì 18 marzo 2009)

venerdì 6 marzo 2009

• Anniversario morte mons. Vincenzo Savio

Il 31 marzo è il quinto anniversario della morte di mons. Vincenzo Savio. Prima parroco e vescovo ausiliare nella diocesi di Livorno, poi vescovo in quella di Belluno-Feltre. Il ricordo di un Pastore, che non ha bisogno di aggettivi. Un'amicizia senza riserve. Ripensando al suo percorso ed alle sue tracce, non posso non fare un parallelo psicologico col percorso di Santa Giulia (dal suo approdo in Corsica, a Livorno, a Brescia): dovunque è passato ha lasciato segni di azione e preghiera importanti, tante 'stazioni' di meditazione e riflessione. Non posso non ripensare al quadro del Beato Angelico, il "Cristo incoronato di spine", di fronte al quale ha voluto pregare e meditare fino all'ultimo. Ne era innamorato, sollecitato alla maggior condivisione possibile di quel momento di totale donazione. Lo si leggeva nei suoi occhi sfavillanti e trascinanti  quando lo aveva fatto conoscere a tutti in Santa Maria del Soccorso a Livorno. Uno sguardo che, con malcelata timidezza, ha mostrato sempre.


Mons. Vincenzo Savio (1944-2004), Vescovo della Diocesi di Belluno Feltre dal 2001 al 2004, in un intervista rilasciata a Telebellunodolomiti in occasione dell'incontro in Val Canzoi con la Pastorale Giovanile di Feltre nel 2001.

lunedì 2 marzo 2009

• Considero valore - Erri De Luca


Sono convinto che alcuni di quei valori siano conosciuti e compresi, ma anche che la cultura della ideologia del consumo e del mercato, che induce la marginalizzazione della solidarietà, nella quale siamo immersi da ormai troppi anni, non ce li faccia praticare. 

Possiamo farcela a recuperare il tempo perduto! Riappropriamoci della nostra capacità e possibilità di partecipazione. Riappropiamoci della facoltà di selezionare davvero i nostri gruppi dirigenti tenendone conto.

• I cattolici ed il Concilio Vaticano II

dal blog "RAI Vaticano" - 24 febbraio 2009
Perché, nella coscienza comune del cattolico medio, il Concilio non è così tanto importante e, alla fine, si riduce a quel generico rinnovamento e alla riforma liturgica che ha permesso al sacerdote celebrante di guardare in faccia i fedeli anziché voltare loro le spalle? E perché quando si parla di Concilio si è portati a pensare al contrasto tra due diverse anime della Chiesa piuttosto che a una grande riflessione sulla fede nel mondo di oggi?
Di questo si occupa il presente libro, con la testimonianza di un uomo, un vescovo che a sua volta visse il Concilio in presa diretta, monsignor Luigi Bettazzi:Quando entrammo nel Concilio avevamo ancora un certo timore della parola di Dio. Pensavamo che fosse riservata alla gerarchia, e in effetti le cose andavano così. Abbiamo forse dimenticato che la gente imparava il catechismo a memoria, senza coinvolgimento personale? La grande scoperta fu proprio quella del valore della parola di Dio.