venerdì 16 maggio 2008

• Adolf Hitler? Lo compri sul web

Luca Possati scrive su L’OSSERVATORE ROMANO di oggi: «Un boom inatteso, un successo travolgente, che sta pericolosamente dilagando in tutta Europa. È quello degli acquisti on line di film nazisti e antisemiti, tra cui il famigerato "Jud Süss" ("Süss l'ebreo") del regista Veit Harlan, che fanno furore in particolare tra i giovani tedeschi e che spesso vengono mascherati come semplice materiale di documentazione storica. A lanciare l'allarme è il quotidiano tedesco "Die Welt", che punta il dito contro il noto colosso statunitense delle vendite in rete Amazon.»

Quello che sorprende è la sorpresa che ciò accada.

Il problema è solo apparentemente l'antisemitismo; o , almeno, ne è un momento occasionale. Basta guardare a quanto accade a Napoli (camorra o no!) nei confronti dei ROM, quanto perbenismi ed assenze pluriennali richiedono a Milano, Firenze, Roma ed altrove (al Nord come al Sud) e la sostanziale 'osservazione' dell'intolleranza verso i diversi che viene sparsa a macchia d'olio; comunque si chiamino o si colorino. 

Fenomeno antico, già storicamente visto, che ha indotto aberrazioni come il fascismo, il nazismo o il franchismo. Sposato da forme autoritarie come il comunismo europeo, in particolare. 

Prima di tutto credo che dobbiamo ringraziare chi, in nome di un anticomunismo viscerale (lontano dalla comprensione del suo crollo, non solo ideologico), ha sdoganato i fascismi di varia natura. Anche questa volta mascherandoli dietro istanze sociali inespresse o cattive gestioni (quasi suicide!) del potere istituzionale. 

Il liderismo è figlio dei totalitarismi e della concentrazione del potere di gestione in pochissime mani - fossero esse di imprenditori, finanzieri o di 'manager' partitici di varia estrazione. È l'espressione 'buona' di quel fenomeno (in atto quotidianamente) - soprattutto mediatica - del confondere volutamente gestione con partecipazione  e condivisione; consultazione con concertazione e negozialità. 

Qualcuno, in questi giorni, a proposito di atti autoritari tornava a ribadire (ma guarda un po'!) che l'obbedienza doveva essere recuperata e rinfrescata. Sono ancora dell'opinione che l'obbedienza non è una virtù e che comunque (quando è finalizzata alla partecipazione, al solidarismo ed al sostegno della liberazione dalle sudditanze acritiche) è sempre meglio dell'accettazione dell'individualismo, dell'oligarchia come struttura fuori dal controllo reale da parte della comunità. 

La miopia di molte frange dei partiti italiani e di gruppi incapaci di guardare lontano dal proprio naso ha indotto all'attuale situazione - pericolosissima - del nostro Paese. Il nostro Paese e l'Europa si stanno incamminando, sempre più rapidamente, verso la sudditanza, accettandola strutturalmente ed abbandonando gradualmente il sentiero - irto di ostacoli - che conduce alla cittadinanza. 

I vecchi ed i giovani, che sono già consapevoli di tutto questo, non possono rimanere sull'albero a guardare o bofonchiare nei corridoi. Nel rifiuto radicale delle forme di estremismi suicidi (che stanno dando ... buona prova di sé, formale e sostanziale, anche in Italia), che siano urlati o in giacca e cravatta, dobbiamo riprendere diritti e doveri della cittadinanza, farne bandiera e rinnovata battaglia culturale. Sono convinto che siamo ancora in tempo per fermare questa regressione democratica e riprendere il cammino interrotto vent'anni fa. Occorre una nuova classe dirigente 'democratica'? Ne sono convinto. Cerchiamo di fermare le degenerazioni e contribuiamo a costruirla.

Nessun commento: