lunedì 4 luglio 2011

• Urgente rifiuto della passività



In questi giorni (ma non solo) qualcuno mi ha detto ‘Ma il sindacato cosa fa? quali proposte ha fatto o fa?’
Domande poste per il sindacato,in questo caso, ma poste anche per accompagnamento degli anziani, scout, gruppi di volontariato di varia qualità, comunque per associazioni costruite, organizzate, condotte e sostenute sulla base di quanto gli stessi aderenti cercano e vogliono. Come se quei gruppi o quelle associazioni (nate e volute per scelta volontaria) avessero necessità di altra investitura se non quella derivante da propria istanza o da propria ricerca; di altra funzionalità se non quella resa disponibile dagli aderenti stessi.
Si cerca qualcosa di preconfezionato (non importa da chi e per quale scopo) per assumerlo come punto di riferimento, icona del proprio obiettivo a corto raggio.
È così che si ricerca in gruppi ed associazioni ‘lontane’ dalla propria quotidianità accusando chi ci è più culturalmente vicino di assenze, indifferenze e silenzi. Qualcuno che corrisponda alla immagine che ci si è fatti della realtà circostante presente ed immobile o,meglio, che qualcuno ha contribuito a costruire per noi.
Mi è capitato più volte: ‘Voi della Cisl eravate in gamba negli anni ’70! Anche a Livorno, vicini a chi stava peggio, a sostenere le rivendicazioni più ardite ed innovative!’ Oggi, il sindacato non c’è: nemmeno la Cgil!
Quanti fratelli nella ricerca di un ruolo comunitario ’da cristiani’, hanno cercato la soluzione alla propria istanza in qualcosa di già strutturato solo in etichetta senza osservare la realtà nella quale erano immersi o occhieggiandola di rincorsa, senza avvertirne tutti i risvolti.
Ricordo un gruppo di persone di una piccola Comunità che negli anni’80 chiese un confronto con Cgil. Cisl e Uil localmente presenti. Colloquio ‘caldo’. Sotto ‘accusa’ c’erano le azioni per affermare alcuni diritti civili. I cislini ai loro occhi rappresentavano il surrogato del mondo operaio di allora. La Cgil la pietra paragone. Al termine ci vollero ‘identificare’ per rappresentanza. Il loro leader si rivolse a me chiedendomi dov’era la sede della Cgil perché ... voleva contattarmi ulteriormente! Il mio collega della Cgil ed io scoppiammo in una sonora risata.
In questi giorni qualcuno mi ha posto il problema della visita ed accompagnamento di anziani che non possono permettersi una badante ‘fissa’ e mi ha indicato di una qualche associazione esterna alla parrocchia come punto di riferimento. Gli ho risposto che sul piano nazionale due sono le sigle particolarmente attrezzate l’Arci (vicina alla sinistra) e l’Antea (vicina ai pensionati Cisl). Cercava qualcosa che fosse come l’Antea (per orientarci le persone di aree culturali simil-Cisl) e protestava perché nella sua zona non c’era. Ma la domanda avrebbe dovuto essere un ‘altra: «Che io sappia, l’Antea non c’è come posso fare - se proprio lo ritengo necessario - per contribuire a farla crescere anche qui?».