lunedì 19 maggio 2008

• Governo-Parti sociali: concertazione al via.

Si avrà prestissimo il primo round di concertazione tra il nuovo Governo e le parti sociali. Per il ministro del Welfare Sacconi ”sarà solo l’inizio di un percorso, con l’ambizione di condividere un tragitto di crescita della nostra economia, avviando un clima di dialogo con tutte le organizzazioni sindacali, Cgil compresa”. Una prima presa di contatto con i sindacati compatti nel rilanciare le emergenze salari, pensioni e prezzi; e Confindustria (che sarà guidata per la prima volta da Emma Marcegaglia) a puntare tutto sulla crescita. 

Nonostante quello che accadde nel precedente governo di centrodestra (il metodo concertativo era stato sostituito esplicitamente da quello consultivo), questa volta si intende proseguire sulla strada già indicata dai sindacati ed accettata dal governo Prodi. Concertare significa individuare  obiettivi e percorsi condivisi che vedano una spinta corale in tempi dati; fermo il libero esercizio delle autonomie di ruolo di ciascuno, parti sociali e istituzioni, senza reciproche invasioni di campo.

Come non condividere (in questa dimensione) il giudizio di Bonanni, quando torna a commentare 

le dichiarazioni del ministro della Funzione pubblica Brunetta sugli statali fannulloni e sulla necessità di una riforma della pubblica amministrazione entro due anni. ”Il problema vero è dirigere il pubblico impiego: o lo fanno o lo facciamo noi. Certo che il ministro ha ragione a licenziare, ma non ha ragione se si presta a un gioco mediatico che più che risolvere problemi li complica ancora di più, perché quando si fa di tutta un’erba un fascio non si trova mai la malerba nel fascio”. Insomma, ”o Brunetta prepara un piano industriale, oppure il piano lo presentiamo noi, così come abbiamo fatto con il rinnovo del modello contrattuale”. 

La proposta di due diversi metodi di lavoro e di relazione? Forse solo un diverso modo di far politica tra un tecnico, Brunetta, ed un professionista della politica, Sacconi. Entrambi affondano la loro nella cultura socialista nella quale sono cresciuti, ideologicamente. È essenziale mantenere la guardia alta.

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