martedì 22 gennaio 2013

• Liste elettorali pulite?

La compilazione delle liste elettorali, tirata fino all’ultimo momento, si è trascinata in una trattativa interna ai gruppi dirigenti del PDL a dir poco indecorosa. 
La legislatura, ormai al termine, è stata costellata da una eccezionale ondata di scandali che ha suscitato un’altrettanto eccezionale ondata di sdegno. Il grillismo ne è una palese testimonianza, così come l’alta percentuale di chi dichiara - al momento - l’intenzione di astenersi dal voto o di presentare scheda nulla.
Non sono - e non sarò - un elettore dell'area berlusconiana e leghista, ma sono contento che quell'area abbia tentato - sia pure all’ultimo momento - di fare un po’ di pulizia nelle sue liste, a ciò spinta anche (forse, soprattutto) dalla scia delle conferme operative dei democratici del PD. 
Troppo poco ed in ritardo? Come cittadino ritengo importante per tutti che anche chi si è mostrato meno disponibile ad intraprendere quella traccia si sia dato una smossa ed abbia iniziato un percorso di questo genere. 
C'è ancora un bel po' da dissodare, ma hanno cominciato! dicono taluni [rilevando che pur sono ancora molti gli 'impresentabili' nelle liste del PDL, ove si adottassero i criteri adottati e già praticati dal PD]. Il più pulito c'ha la rogna, dicono altri (facendo erroneamente di ogni erba un fascio!) 
Per quanto mi riguarda, aspetto pazientemente una legge elettorale, diversa dall'attuale [ben poco democratico] 'porcellum', che consenta di esprimersi sulle persone e di riattivare il rispetto reciproco garantito dalla Costituzione repubblicana. Sono convinto che una buona seconda ondata andrebbe a buon fine, a cominciare da chi attualmente 'sminestra' in quel mondo.

• USA. OBAMA. - The Inauguration day 2013

La ‘inauguration’ di Obama è stata assai chiara e decisa. Cerimonia lineare ed efficace, tutta tesa ad esaltare la necessità e l’urgenza dell’unità del popolo americano nella solidarietà e nella conferma del rispetto per il ‘diverso’ - (pur nei limiti dello spazio culturale presente e possibile nell’insieme degli Stati Uniti, con particolare attenzione alla ‘inclusività’ costitutiva dell’insieme). “Dio ci benedica: noi, il popolo”. L’alternanza dei richiami verbali e delle esecuzioni corali ed individuali, è stato elemento costituivo e di sostegno. La ribadita urgenza del ‘fare’ ed ‘agire’, qui e subito (per l’ambiente, per l’occupazione e per l’accoglienza rinnovata alle intelligenze emergenti anche all’estero): un impegno permanente a raggiungere gli obiettivi già delineati nel suo primo insediamento di quattro anni fa, ora ancor più credibile per la maggiore libertà operativa che il secondo mandato rende possibile. La chiusura non poteva che essere data dall’inno ‘star spangled banner’, il suo inno nazionale. Sguardo al futuro senza ignorare la realtà dalla quale si parte. L’invocazione della benedizione di Dio, il necessario corollario.
NOI
Ho pensato a noi ed a quanto poco potremmo avere da invidiare se fossimo consapevoli ‘veramente’ della nostra Costituzione e della nostra storia.