sabato 28 giugno 2008

• Schedature razziali (più o meno!)

Schedature e rilievo di impronte digitali, anche di bimbi, (velocemente ribattezzate "censimento"! Per improvviso rossore?!), sono state programmate dal nostro ministro dell’interno. Finalmente non la lotta alla lebbra, ma l'espulsione dei lebbrosi delle baraccopoli che non conosco e la schedatura di quelli di casa mia! Questa sì che è civiltà!! Per l'amor di Dio: quei lebbrosi e solo quei lebbrosi! Tutti zitti e continuiamo a .... meditare sulla circolare "a" o sulla norma "b"?
Non essendo parlamentare, ho cercato subito sui giornali se c’erano contestuali provvedimenti o proposte che non ne facessero un provvedimento di ‘ghettizzazione’ e di ‘esclusione’; che proponessero progetti ed obiettivi pubblici per persone, che come noi italiane, fossero in grado di aiutarle a rientrare “nella normalità” su un percorso sociale e culturale che le rendesse meno emarginate. In un momento, tra l’altro, che la situazione degli alloggi e dei mutui non solvibili crea le premesse per un allargamento della platea dei senza casa in cerca di dimora, almeno in una baraccopoli più o meno fatiscente. Niente.
Che beneficio portano certi metodi? Servono veramente a risolvere il problema, a rassicurare adeguatamente la gente contro la paura, oppure corrono il rischio di rivelarsi tentativi effimeri che addirittura provocano l’effetto opposto? Tutto questo ha solo il sapore di atti consolatori e propagandistici che servono solo a continuare a nascondere ai nostri occhi il peggio prodotto dalla nostra società. Il peggio sono i poveri e gli ultimi. Il peggio sono le solitudini, più meno evidenti, che creano paure e voglia di ghettizzare. Tra l’altro proprio mentre siamo nel settantesimo anniversario delle malfamate leggi razziali che vollero i gerarchi fascisti.
Ha detto il cardinal Tettamanzi ai milanesi ed a tutti noi: «È la solitudine, causata soprattutto dalla privatizzazione dei tempi e degli spazi e dal conseguente calo della qualità della socializzazione, ad aver generato le paure della gente. Sono soli tanti anziani. Soli troppi giovani. Soli molti adulti, anche con posizioni sociali prestigiose. La solitudine causa ulteriore sfiducia verso l'altro e genera la paura dell'incontro.» Ghettizzare ed isolare cittadini italiani o i diversi serve solo ad aumentare il senso di smarrimento e la paura. "In un contesto che tende a incentivare sempre più l'individualismo, il primo servizio della Chiesa è quello di educare al senso sociale, all'attenzione per il prossimo, alla solidarietà e alla condivisione", ma non solo della Chiesa, a Livorno come in Italia ed in Europa.
Aspettiamo da partiti e istituzioni strategie e proposte che rispettino le persone oneste, puniscano seriamente i delinquenti ed aiutino ad uscire dai ghetti, non ad entrarci.

2 commenti:

Ettore ha detto...

Ebrei contro le schedature dei rom

Giugno 13, 2008 di fattoamano
Venerdi 13 Giugno 2008 :: ore 17:06
Ebrei contro le schedature dei rom

Pubblichiamo un appello diffuso da un gruppo di ebrei contro la schedature dei rom, realizzate in questi giorni in molte città.

«A settant’anni di distanza, di nuovo in estate, un governo italiano procede al censimento di suoi cittadini con riferimento alla razza, perché di questo si tratta. Nel 1938 i censiti furono gli ebrei, e ancora oggi sull’atto integrale di nascita di ebrei italiani di allora è visibile la dicitura ‘di razza ebraica’. Oggi i censiti sono i rom, inclusi quel milanese che può fregiarsi di medaglia d’oro al valor civile che si chiama Giorgio Bezzecchi. Silenzio pesante dell’opinione pubblica allora, silenzio pesante oggi. Sempre venerdì 7 giugno nella capitale, mentre due potenti si scambiavano sorridendo doni preziosi, sono stati allontanati dal quartiere Testaccio artigiani rom di cittadinanza italiana che mandavano regolarmente i propri figli a scuola. Infatti quello che sembra contare ormai non è più un diritto uguale per tutti, garantito proprio dalla cittadinanza, ma l’appartenenza, o meno, al gruppo maggioritario di ‘veri italiani’.
Ai nostri fratelli rom, fra poco, sarà impresso sui documenti il marchio della diversità, che li condizionerà per il resto della vita, proprio come è avvenuto ai nostri cari nati negli anni bui delle leggi razziali. Questo, come ebrei ma anche come cittadini democratici, non possiamo accettarlo!.

Irene Albert, Shaul Bassi, Andrea Billau, Giorgio Canarutto,
Paola Canarutto, Giovanni Cipani, Ester Fano, Carla Forti,Giorgio Forti, Ivan Gottlieb, Dino Levi, Stefano Levi Della Torre, Susan Loeb Luppino, Patrizia Mancini, Miriam Marino, Carla Ortona, Sergio Ottolenghi, Renata Sarfati, Giorgio Segrè, Sergio Sinigaglia, Stefania Sinigaglia, Susanna Sinigaglia, Claudio Treves, Carol Wasserman, Roberta Weiner

Ettore ha detto...

A proposito delle leggi razziali del fascismo e della posizione della Chiesa livornese dell'epoca, invito a collegarsi col blog di Gianluca:
http://filidellamemoria.blogspot.com/