venerdì 25 aprile 2008

• 100 milioni di affamati in più

• Aumentano i prezzi degli alimentari e del petrolio. Un problema in più, che aggrava l'emergenza cibo. Nuovi prestiti a 10 paesi poveri (che ulteriormente gli impoveriscono), mentre il Brasile blocca le esportazioni di riso. Unicef e Coldiretti parlano di speculazioni sul mercato delle materie prime agricole. Molto probabilmente la spinta dei prezzi verso l'alto aggiungerà altri 100 milioni di persone all'esercito degli affamati. (Secondo le previsioni del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), per ogni punto percentuale in più sul costo del cibo, salirà di 16 milioni il numero degli affamati nel mondo. Il che significa almeno 100 milioni di persone in più a rischio.)

• La rivista Lancet spiega che una condanna ormai irrevocabile pende sui biocarburanti la cui produzione ruba cibo dalla bocca dei poveri: da soli i consumi delle automobili USA alimentate anche a biocarburanti, bruciano tanto mais quanto basterebbe a coprire il fabbisogno interno di 82 paesi poveri. 

• La crescita demografica fa aumentare la domanda di cibo, così la ridotta produttività agricola (causata anche da rapidi e violenti mutamenti climatici), le speculazioni finanziarie, il protezionismo dei paesi ricchi a danno dei poveri, l'inflazione dei prezzi delle risorse energetiche.

•  Anche il petrolio è sul banco degli imputati: col caro-greggio aumentano i costi di produzione dei cibi perché salgono i prezzi dei carburanti per le macchine agricole e anche dei fertilizzanti (derivati del petrolio). 

• Inarrestabile è anche la crescita demografica: entro il 2050 è possibile che le persone nel mondo saranno tre miliardi in più di oggi. E quindi servirà più cibo, da trovare nonostante il calo di produttività dei terreni agricoli, l'urbanizzazione che mangia terre all'agricoltura, la crisi idrica e gli sconvolgimenti climatici causa di carestie. Non è seriamente pensabile di farvi fronte con provvedimenti contro il diritto alla nascita ed alla costruzione e mantenimento di una società solidale.

• India e Cina hanno più capacità di consumo di cibo: vogliono carne al posto del riso; ma gli allevamenti di bestiame divorano cereali, (per produrre un kg di carne servono 9 kg di cereali). 

• Ecco la speculazione (al solito miope e suicida): molti fondi di investimento e finanziarie oggi preferiscono investire sulle derrate alimentari, alimentando così un'inflazione ulteriore e immotivata.

Ecco probabilmente «nuovi prestiti a una decina di paesi tra i più poveri, per lo più africani». Non a caso il Fondo Monetario Internazionale sta sollecitando i Paesi produttori di cibo ad evitare «distorsioni sul mercato», imponendo restrizioni.

1 commento:

Ettore ha detto...

IL MESSAGGERO

Emergenza alimentare, la Coldiretti:
«in Europa 74 milioni di persone a rischio»

ROMA (26 aprile) - Si continua a parlare di emergenza alimentare dopo che ieri il segretario generale dell'Onu aveva parlato di crisi globale. La Coldiretti commenta la notizia affermando che in Europa il problema alimentare riguarda potenzialmente più di 74 milioni di cittadini che vivono oggi al di sotto della soglia di povertà. La Coldiretti sottolinea l'esigenza di «una nuova attenzione per la crescita dell'agricoltura per scongiurare i limiti alla crescita rappresentati dalla scarsità di cibo dovuta all'esplosione dei costi di coltivazione e di allevamento, oltre che al boom della domanda dei Paesi emergenti e agli effetti dei cambiamenti climatici». Da considerare inoltre secondo la Coldiretti che l'Unione Europea è il primo importatore di prodotti agricoli dai Paesi in via di Sviluppo, con un valore pari circa a quello di Usa, Giappone, Canada ed Australia e che la bilancia commerciale è in negativo per circa 6 miliardi di dollari.

Ieri anche il Giappone aveva manifestato le sue preoccupazioni soprattutto per la scaristà del burro. Due giorni fa il Fondo monetario internazionale aveva annunicato prestiti a 10 paesi poveri, mentre il Brasile ha bloccato le esportazioni di riso.