mercoledì 23 aprile 2008

• «Allora mi sottometto alla camorra»!

• La caccia al voto ed alla ricerca di soddisfare egoismi e miopie locali dovrebbe attenuarsi, uscendo dagli schemi 'chiacchierati'. Se abbiamo un minimo di dignità come persone consapevoli di vivere in una Comunità non possiamo nasconderci dietro gli slogan. La questione meridionale è da sempre una priorità che ci riguarda tutti, da vicino. Qualche governo - nei primi anni della repubblica - ha cercato di affrontarla, con scarso successo. Troppi, e troppo vivi, erano i danni provocati da miopie, assenze e spoliazioni dei primi anni del Regno unitario, praticate dalle ‘caste’ che detenevano il potere. 


• In questi giorni è stata commissariata dal governo Prodi il comune di Gioia Tauro per commistioni col malaffare organizzato (se ho ben compreso), mentre altri personaggi si vantano di amicizie quanto meno equivoche o che comunque non sono da citare ad esempio dei giovani. 

• A proposito delle frasi choc scritte a scuola da ragazzi napoletani: «Se lo Stato è un signore lontano, allora mo sottometto alla camorra», Padre Maurizio Patriciello su l’AVVENIRE del 23 aprile osserva amaramente: «C’è poco da fare: in Italia esiste un nord, molto nord e un sud veramente sud. Siamo diversi, per tanti motivi, e anche se abbiamo imparato a parlare una lingua sola, viviamo due realtà molto differenti. Ci viene difficile leggere i nostri rispettivi territori, proprio perché così diversi. A Napoli e dintorni credo che quasi nessuno si è meravigliato nel sentire la notizia, definita choc, dei ragazzi della scuola media di Miano che hanno scritto: «Ci sentiamo protetti dalla camorra». No, la notizia, per loro, di scioccante non aveva niente, gli alunni hanno riferito il piccolo mondo in cui vivono, crescono, e hanno visto morire tanti loro giovani amici. Il mondo per loro inizia e finisce seguendo la geografia del proprio quartiere. Semmai incomprensibile è lo strano modo di fare di tanti, che pur avendone la responsabilità, fingono di non sentire e di non sapere.» 

• All’incontro della Chiesa Italiana avvenuto a Palermo nel ‘90, in un incontro che alcuni vescovi e cardinali ebbero coi ragazzi di un quartiere ‘molto delicato’, il vescovo di allora, mons. Alberto ABLONDI, lanciò loro una sfida: «MAI DIRE ORMAI». Quegli stessi ragazzi che al momento della chiusura dei lavori della Chiesa, nello stadio di Palermo, vollero urlare la loro disponibilità col loro “Alberto! Alberto!” ed alzando uno striscione improvvisato con scritto MAI DIRE ORMAI.



• L'ideologia del 'quattrino' e dell’homo homini lupus provoca distrazione in altre direzioni, spesso fa dimenticare tutto questo, fa tacere ed ignorare; anche nei momenti del voto elettorale nazionale o locale. Come far finta di niente? Accettare dinamiche finanziarie 'anomale' per casi come l'Alitalia? Non rendersi conto che la voglia di abbattere certi scoramenti è presente ovunque? Condire il possibile 'federalismo' coi propri egoismi e le proprie miopie?


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