lunedì 21 aprile 2008

• Camere: uno specchio deformante

Su “LA STAMPA” di oggi è apparso un fondo di Michele Ainis dal titolo significativo, che condivido: CAMERE UNO SPECCHIO DEFORMANTE

Scrive: «Del Parlamento conserva ancora il nome, ma non è più in grado d'esercitarne la funzione. Da molti secoli questa funzione è duplice: decidere e rappresentare. O meglio, produrre decisioni di governo per conto del popolo sovrano. Un sistema che rappresenta senza decidere è tendenzialmente anarchico; un sistema che decide senza rappresentare è tendenzialmente autoritario. La prima distorsione la conosciamo bene, perché ne abbiamo fatto esperienza durante la legislatura scorsa. Una quarantina di partiti rappresentati fra i banchi delle Camere, una coalizione di governo più affollata d'un tram dopo la chiusura dei negozi, e per esito lo stallo, la non decisione. Ce ne siamo finalmente liberati, ma per cadere nell'eccesso opposto. E pure in questo caso il conto potrebbe essere salato.» Fra non partecipanti, schede bianche o nulle ben 15,5 milioni di cittadini non sono rappresentati. Ben il 33 per cento dei cittadini in età di voto. Una cifra spropositata.

Qualcuno dice che siamo ancora il Paese europeo nel quale maggiore è la partecipazione al voto o afferma che negli USA è ancor peggio. Si ha ancora più chiara la deformità se a questo si aggiunge che nel modo di votare ed organizzare il lavoro parlamentare si è privilegiata la gestione del potere, addirittura al punto che solo alcune oligarchie hanno il diritto di scelta dei rappresentanti parlamentari, non si è neppure adombrata una qualsiasi ipotesi di assunzione publica di strumenti di partecipazione e controllo dei cittadini, efficace ed efficiente, ad ogni livello istituzionale.

Sono esagerato a chiamare questa “emergenza costituzionale”?


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