venerdì 5 dicembre 2008

• Economia sociale di mercato

Dopo il fallimento plateale (e come poteva essere altrimenti?) del sistema finanziario globale, di cui stiamo subendo le drammatiche ricadute negative (in termini di occupazione e di equità sociale), si st
a ora cercando di correre ai ripari 'teorici' in caccia di una nuova dimensione meno dirompente, complementare - e non alternativa - al 'liberismo compassionevole', alla Bush, alla Tremonti/Berlusconi & c. per intenderci. Interessanti le mosse in questi giorni per proporre una rivisitazione della "economia sociale di mercato". Così assistiamo alla prolusione del Ministro Giulio Tremonti, letta in occasione dell'inaugurazione del nuovo Anno Accademico presso l'Università Cattolica di Milano. Scrive il prof. Flavio Felice: «Ha suscitato un ampio dibattito che investe l'oggetto e il metodo della scienza economica, analizzati non più unicamente nell'angusta dimensione mono-disciplina e neppure in quella, talvolta confusa e pressappochista, di chi giustappone in modo inter-disciplinare concetti quali etica ed economia, bensì nel tentativo, piuttosto inedito e di sicuro interesse, dato dal metodo trans-disciplinare.» [http://www.zenit.org/article-16388?l=italian]. Sottolinea: «Il secondo elemento teorico avanzato da Tremonti riguarda l'esigenza che i contenuti etici della riflessione sull'azione umana incontrino i contenuti scientifici della riflessione economica. A tal riguardo, il nostro cita un saggio del prof. Ratzinger del 1985: Church and Economy. La tesi dell'allora Cardinale si può riassumere in questo modo: il declino del riferimento morale della disciplina economica avrebbe portato le leggi stesse del mercato al collasso. Come dire, per usare un aforisma di Luigi Sturzo, "L'economia senza etica è diseconomia". È stato proprio Luigi Sturzo a scrivere nel 1958 un saggio tra i più significativi in questa prospettiva: Eticità delle leggi economiche. Qual era il punto sottolineato da Sturzo? Dal momento che ogni attività autenticamente umana, in quanto razionale, è pervasa di eticità, anche nelle leggi dell'economia capitalistica si deve trovare l'elemento razionale, poiché tale elemento non può mancare in nessuna struttura umana di carattere associativo, anche se non mancheranno le infiltrazioni di pseudorazionalità e di irrazionalità che tendono ad annullare, o comunque ad attenuare, il carattere razionale ed etico del sistema.» [
www.ilsussidiario.net]
Ma quanto sembra riproporre il ministro Tremonti sembra più essere un ripiego del momento, alla ricerca di un modello necessariamente diverso e nuovo a cui rifarsi. L'Economia Sociale di Mercato, (il "Modello Renano" - spesso richiamato a tal proposito) a quali tensioni cercano di rispondere e con quale visione della società, quali relazioni tra le persone, quali caratteristiche della partecipazione? Quali esperienze? [http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=212900].
Diverse sono le letture, diversa è la versione italiana del dopoguerra (poi fatta degenerare, tipo IRI, e velocemente liquidata lasciando scoperti ampi varchi). Troppo spesso le parole perdono significato. Per cui non si capisce proprio cosa vuol dire economia quando si parla, per esempio, di Alitalia, in cui l'unica cosa di sociale che ne è venuta fuori è la socializzazione dei costi (debiti, privilegi, etc) e in cui l'unico mercato è quello affaristico/finanziario nel quale i soliti noti, che amano farsi chiamare imprenditori, lucrano a spese della collettività; ancora una volta in caccia del bene pubblico per stare in piedi (e poi ... "salvare" posti di lavoro !).

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