lunedì 8 dicembre 2008

• Galileo: Il dialogo possibile tra fede e scienza


Su Conquiste del lavoro del 6 dicembre u.s. è stato ripreso il dialogo possibile tra scienza e fede, ricordando l’insegnamento di Galileo. Tra l’altro in tale occasione si è ribadito che scienza e teologia sono due cittadelle distinte, non opposte. Per raggiungere la nuda veritas di oraziana memoria, il principale compito della scienza, serve guardare al passato per purificare la mente, ma è fondamentale porgere lo sguardo al futuro. Il convegno ”La scienza 400 anni dopo Galileo Galilei”, organizzato in Vaticano da Finmeccanica per il 60esimo anniversario dalla sua fondazione, punta su dialogo e arricchimento reciproco tra scienza e fede. L'iniziativa è servita a riaprire un dibattito culturale sui temi legati alla rivoluzione scientifica apportata da Galileo Galilei e inaugura una serie di eventi in programma per il 2009, proclamato Anno Internazionale dell’Astronomia dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Proprio il prossimo anno ricorreranno, infatti, i 400 anni dell’utilizzo da parte di Galileo Galilei del cannocchiale astronomico, con la scoperta dell'esistenza di altri mondi e la nascita del sapere moderno.
”La scienza - ha esordito Pier Francesco Guarguaglini, amministratore delegato di Finmeccanica - attraverso la ragione e la tecnica verifica ciò che è possibile o meno in natura, mentre il mondo spirituale accompagna l'uomo nella ricerca del bene per sé e per l'umanità". Anche lo scienziato però deve tendere al bene, alla verità, sviluppando tecnologie che migliorino le condizioni di vita e - ha concluso Guarguaglini - Finmeccanica tenta di costruire il futuro sulla base di ricerca e tecnologia, per garantire a tutti un domani più sicuro”. Galileo Galilei fu il primo protagonista di questa novità; l'astronomo infatti rivoluzionò il pensiero sostenendo la teoria eliocentrica dell'universo, ma per le sue affermazioni scientifiche fu costretto all'abiura.
Sul caso Galileo il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, ha ammesso le lacune di alcuni uomini di Chiesa dell'epoca ed ha esaltato la figura dello scienziato perché "ci ha insegnato che scienza e fede non si contrappongono, si confrontano e non si combattono". Oggi però, ha aggiunto il cardinale, ”si impone un rinnovamento morale se si vuole che le risorse scientifiche e tecniche siano messe a servizio dell’uomo”, perché mancano strumenti e metodi di valutazione etica adeguati e leggi morali. I rappresentanti del mondo scientifico e cristiano guardano nella stessa direzione; oggi più che mai il contrasto tra scienza e fede si rivela velleitario e anacronistico perché i due settori hanno punti di incontro e uno stesso oggetto che è l'uomo e il cosmo. "L'unica differenza - ha precisato monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura - è che la lettura è fatta da prospettive differenti. Compito di scienziati e teologi, perciò, è quello di cominciare a guardare reciprocamente ai rispettivi altrui terreni, vedendo che esistono punti di intersezione".

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