domenica 14 dicembre 2008

• Con tanti saluti alla famiglia!

In nome del prevalere del sistema finanziario su quello produttivo (che tanti disastri sta determinando ogni giorno e che tanta divaricazione sociale sta determinando, con conseguenti instabilità e destrutturazioni) e dei profondi mutamenti nella organizzazione del lavoro si insiste
su una dimensione individualista della società e si ignorano le ricadute strutturali (la famiglia è una di queste) che provocano. In nome della flessibilità si è proceduto, spesso, per una precarizzazione degli impegni e degli orari di convivenza. In nome del profitto e dell'accumulazione, rapida e costante, si è proceduto a spinte esasperate per il consumismo e alla forzatura della ristrutturazione sociale. Si è affrontato il problema della formazione come una subordinata a tale andazzo, senza un vero esame delle dinamiche strutturali della società. Nei vari casi con tanti saluti alla famiglia. Ed in molti ... troppi, zitti! Salvo qualche flebile litania, più o meno 'nostalgica'. Nessuno (almeno non io!) pensa alla donna col ruolo adottato nella società della Roma imperiale e derivati ideologici vari. Ora siamo alla 'ciliegina sulla torta'. E bravo Brunetta! Da buon individualista in un agone di individualisti per il quale tutto inizia e finisce nella propria individualità (al massimo misurata su quella di affetti, sempre più precari). Ecco la 'parità' pensionistica tra uomo e donna. Ovviamente determinata senza tener conto del maggior affaticamento delle donne (che cercano di mantenere il doppio ruolo, individuale e familiare) ma solo delle urgenze riorganizzatici del sistema finanziario. Mi aspetto dal sindacato un colpo di reni. In questo bailamme è l'unico che possa recuperare concretamente la dimensione UOMO-PERSONA/FAMIGLIA, cioè una radicale inversione di tendenza.

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