lunedì 25 gennaio 2010

• Buche ed inciampi nel cammino per il "bene comune".


Il Partito Democratico-PD esce proprio oggi dalle primarie in Puglia. Le proposte dei gruppi dirigenti locali e nazionali sono state bocciate dai loro iscritti e simpatizzanti. Il loro candidato è stato rifiutato. È stata scelta come candidata alla Presidenza della Regione per il PD, una persona che opportunità strategico-tattica di futuri percorsi politici - indicati dal recente congresso - avrebbe lasciato in sottordine. Momento coraggioso e decisivo che affida la scelta preliminare (di contenuti e candidatura conseguente) all'insieme dei potenziali votanti nella elezione di riferimento. Il Popolo della Libertà-PDL, non prevedendo un momento come quello delle primarie, ha contestualmente dichiarato la proposta di candidatura formulata dai gruppi dirigenti, locali e nazionali
(un ristretto ambito di una decina di persone)
Siamo ancora una volta di fronte a due diversi modi attraverso i quali si propongono scelte di contenuto e persone all'elettorato. Due linee che, nella fase attuale, sembrano consolidate.
L'una dice con chiarezza che iscritti e simpatizzanti vogliono essere giudici permanenti di scelte ed obiettivi della loro formazione politica di riferimento: il PD. Che altro vogliono dire le primarie, comunque le si rigiri e le si interpreti? Stanze e stanzini con luci accese tutte le notti nella nostalgia di tempi nei quali i 'migliori' decidevano per tutti!
L'altra (decisamente 'unica' nel PDL) conferma che i 'fedelissimi' operano secondo le indicazioni, dirette o indirette, del 'leader' riconosciuto per quanto si riferisce agli snodi strategici principali; lasciando il contorno all'intervento dei 'capi pattuglia' dei sudditi. Un metodo che si indica come vetero-aziendalistico. Stanze e stanzini con luci accese tutte le notti per massimizzare possibilmente il risultato!
Il punto è che con queste impostazioni si marcia diritti per una progressiva disaffezione dalla partecipazione alla formazione delle decisioni comuni, già indebolita nell'ultima fase della cosiddetta prima repubblica; si consolidano forme di scelta ed intervento populiste; si esaltano gli egoismi dei più forti; si marcia per una ulteriore involuzione della democrazia partecipata voluta dalla Costituzione repubblicana.
Ogni eventuale rimedio non passa solo per l'urgenza di recupero di equilibrio democratico, ma anche per la capacità di riprendere il cammino per il bene comune.

Il PD ha in emersione il caso Puglia ed il caso Lazio. Il PDL i casi Piemonte, Veneto e Sicilia. La prospettiva più fragile sembra quella del PD. In un quadro strutturalmente debole come quello dell'Italia di questi giorni non è certo la sondaggistica di moda a prefigurare risultati stabili ed efficaci! Nel migliore dei casi può sottolineare le tendenze emotive del momento, non molto di più.
Intanto non possiamo rimanere alla finestra semplicemente a guardare ciò che combina chi gestisce, ad ogni livello ed in ogni gruppo, il potere.

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