sabato 23 gennaio 2010

• Il fenomeno Craxi


Credo che si imponga un momento di approfondimento e di ricordo in occasione delle ‘celebrazioni’ per Bettino Craxi. Ad un caro amico che ha promosso una santa Messa per l’occasione, ho inviato una mia riflessione per sottolineare la mia vicinanza e stima a lui ed agli altri amici livornesi che, come lui, hanno ripensato alla vicenda Craxi di cui con la loro militanza socialista erano stati oggetto e soggetti. «Come sai - e sapete - sono sempre stato decisamente ostile alla 'criminalizzazione' di chi si espone per le proprie idee e la propria cultura (anche quando sceglieva o proponeva mezzi ed atti da me non accettabili). Condivido con te e gli amici promotori il momento di preghiera e riflessione per una persona che ha cercato di fare del proprio meglio, insieme a tante altre misconosciute, dimenticate o vilipese. Il nostro Paese ha vissuto positivamente 50anni di democrazia e pluralismo; ora qualità e contenuti mi sembrano assai più di basso rango. Ma non serve camminare con la testa rivolta all'indietro!» La sua risposta ha rafforzato nella mia vicinanza a quegli amici: «Meglio un momento di raccoglimento che il frastuono della politica di oggi.»

Aggiungo che accolgo - limitatamente alle estrapolazioni che riproduco - le osservazioni che Raniero La Valle, nella rubrica ‘Resistenza e Pace? della rivista Rocca, propone con chiaro riferimento alle strumentalizzazioni e speculazioni - mediatiche e non - di questi giorni; al frastuono. «Con le grandi celebrazioni per Craxi, dieci anni dopo la sua morte in contumacia ad Hammamet, la destra berlusconiana ha rivendicato la sua vera ascendenza, dissipando gli equivoci che potevano essere stati ingenerati da precedenti annunci, o meglio da precedenti vanterie. I veri precursori di Berlusconi non sono né Sturzo - anche lui andato in esilio ma non come latitante - né De Gasperi - anche lui processato e condannato ma da un tribunale fascista - e tanto meno Aldo Moro che vittima sacrificale e martire della politica lo è stato davvero; il vero iniziatore dell'era berlusconiana è stato Bettino Craxi.» «È chiaro che il movente della glorificazione postuma di Craxi (i discorsi, le strade, le celebrazioni TV) è stato tutto e immediatamente politico: si trattava di fare dell'esule di Hammamet la prima vittima ingiustificata caduta sotto i colpi di una magistratura uscita dalla soggezione al potere politico; si trattava di reclamare l'immunità del potere, esattamente come Craxi aveva fatto con due discorsi alla Camera, in cui non aveva negato i reati, ma li aveva trasformati in problemi politici»

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