giovedì 30 aprile 2009

• Primo Maggio di crisi e di speranza

La cultura dell’incertezza e del pressapochismo ci ha sommerso con uno tsunami terribile: aumento della fame e della povertà (a livello locale e globale), aumento della distanze tra chi più ha e conosce e chi poco o punto ha e non è posto in grado di conoscere.
Le ‘vecchie’ ideologie (capitalismo, marxismo/leninismo, autoritarismi vari) hanno mostrato tutti i loro limiti e fallimenti storici. Le ‘nuove’ di mercato e del consumo hanno dimostrato tutta la loro impotenza ed hanno indotto non solidarietà e capacità di stare insieme ma conflitti, prevaricazioni ed avidità.
Faccio mie le parole del vescovo Pennisi, di Piazza Amerina in Sicilia, che ha ribadito nei giorni scorsi che «occorre una denuncia ragionata degli errori, non con grandi moralismi, ma con ragioni conc
rete che si fanno comprensibili nel mondo dell'economia di oggi ma occorre anche mostrare le strade per uscire dalla crisi. E farlo nel modo che la Chiesa c’insegna: come cristiani siamo chiamati ad essere certamente e inesorabilmente uomini di speranza”.» Ed ha aggiunto: «“La crisi attuale deve costituire una sfida per ridefinire un nuovo progetto di sviluppo che metta al centro il capitale umano sostituendo agli «spiriti animali» che rischiano di trasformare la società in una giungla dove domina la legge del più forte, gli «spiriti umanitari», dove lo sviluppo si costruisce a partire dagli ultimi”.»
L’amica Laura Giusti in questi giorni ha scritto, con riferimento a questo giorno, che «pensa alle belle facce della gente che lavora, a quelli che il "pane " se lo sudano, a quelli che fanno tanta fatica a arrivare a fine mese, a quelli che un lavoro vorrebbero averlo, a quelli che di lavoro sono morti, a quelli a cui viene negato questo diritto a tutti ma proprio tutti un pensiero e un abbraccio in questo 1° Maggio di crisi e di speranza»
Vorrei tanto che ciascuno di noi si mettesse in condizione di combattere contro la cupidigia, madre della ricerca affannosa di guadagno da parte di pochi ricchi e potenti a danno di molti, di tutti noi.
Ancora una volta, W il 1° maggio!

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