giovedì 24 luglio 2008

• Uno Stradivari per l'Italia

L'ansia di rinnovamento e di unità, di voglia di custodire, ma anche di essere protagonisti del proprio futuro solidalmente con uomini e donne di ogni angolo d'Italia, prevalsero nei giorni dell'unità; nei giorni cioè della speranza del superamento di divisioni ed egoismi secolarmente consolidati. Non era certo il piemonte, e la casta che lo governava, in grado di ricomporre l'unità di lingua, politica e culturale del Paese. Con incertezze ed errori ma anche con sacrifici e drammi (spesso inenarrabili) si è giunti alla Costituzione Repubblicana, al patto di convivenza tra diversi. Il Patto che ha consentito di giungere al Risorgimento Sociale degli anni '50. Il timbro sul nostro vero riscatto. Il fratello di mia nonna paterna (Augusto Bulgheresi), giovanissimo,insieme ad altri della mia città, si volle unire con i 'bimbi' di Garibaldi - a coloro che fecero del loro meglio per abbattere egoismi e sudditanze secolari alla ricerca del 'bene comune' prima di quello individuale, familiare e di gruppo. Come non ricordarlo, oggi, per ringraziarlo di allora?



«Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,

Dai boschi, dall'arse fucine stridenti,

Dai solchi bagnati di servo sudor,

Un volgo disperso repente si desta;

Intende l'orecchio, solleva la testa

Percosso da novo crescente romor.

Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,

Qual raggio di sole da nuvoli folti,

Traluce de' padri la fiera virtù:

Ne' guardi, ne' volti, confuso ed incerto

Si mesce e discorda lo spregio sofferto

Col misero orgoglio d'un tempo che fu.»

(Alessandro Manzoni - ADELCHI , inizio coro atto III)