lunedì 14 luglio 2008

• ENERGIA NUCLEARE. Il caso Tricastin svela il bluff dell’atomo sicuro

Intorno al 1975, il ministro dell’industria dell’epoca (Carlo Donat Cattin) si appresta a avviare la costruzione a Tor del Sale - area Piombino - di una struttura per l’uranio arricchito, che avrebbe dovuto servire anche per un impianto nucleare da costruire in Iran (imperante lo Scià Reza Pahlevi), in base ad accordi sui problemi energetici in corso di attuazione in quei giorni. Quella struttura al servizio di una centrale ‘veloce’ (come si disse a noi profani) era impostata sul modello Tricastin. 

Sì, proprio quello di cui si parla in questi giorni. 

Per renderci conto di quello che stava realmente accadendo sul nostro territorio, con l’aiuto di amici esperti sul piano tecnico-scientifico, facemmo ricorso ad un approfondimento intensivo sulla materia e sulle conseguenze che avremmo avuto sul nostro territorio. Non volevamo agire 'a vanvera'! 

In sostanza avremmo  messo al lavoro, nel nostro territorio, 500-600 persone - quasi tutte di provenienza esterna non avendo noi un sufficiente plafond qualificato e con esperienza di base adatta.  Avremmo avuto il problema dello smaltimento dei residui radioattivi con una dose ‘stimata’ di sicurezza per lavoratori e cittadini. 

Ci opponemmo - come Cisl locale - coi deboli mezzi di cui disponevamo, fra lo scetticismo di una parte della  organizzazione e di chi - per convenienza o meno - guardava al ‘nuovo’ come ad una sorta di idolo cui sacrificare. Certamente non solo per il nostro intervento, la struttura non fu costruita - anche se il materiale occorrente per la costruzione era parzialmente predisposto. Non posso, però, non notare che il problema della sicurezza era al centro dell’attenzione della nostra organizzazione e che su quello impostammo la nostra contrarietà. Tra questi c’era anche il rischio radioattività per le acque e - centrale - l’organizzazione dei controlli e delle verifiche di efficacia e addestramento per i lavoratori e per la popolazione. Guidammo la partita: lo scrivente nel capoluogo, a Livorno; Claudio Zari dei metalmeccanici Cisl, a Piombino. Non è, per quanto letto in questi giorni, la prima volta che a Tricastin si pongono di questi problemi. 

Questo ‘memento’ può far ritenere una mia personale contrarietà pregiudiziale all’uso dell’atomo a fini energetici. Non ci penso nemmeno! Ma su una cosa, anche oggi, dobbiamo porre attenzione assoluta (con riferimento a questa o a qualsiasi altra fonte energetica o produttiva) contro pretese ed imbonimenti di qualche oligarchia finanziaria o di qualche clan di tecnocrati o politico-partitico non possiamo non pretendere una assoluta trasparenza sul piano degli strumenti di verifica, controllo e rapidità di informazione sui pericoli per le popolazioni, locali e non. 

Quella che anche in questi giorni è mancata a Tricastin. 

Timore non infondato, dopo un attento riesame delle dichiarazioni degli attuali governanti italiani e preso atto di quanto sta accadendo in queste ore in Francia.

4 commenti:

Ettore ha detto...

EUROPA sabato 12 luglio 2008

ENERGIA NUCLEARE
Il caso Tricastin svela il bluff dell’atomo sicuro
(g.d.v.)
Siamo nella centrale nucleare di Tricastin, Francia meridionale, cinque chilometri da Avignone e trecento dall’Italia.
Sono le 23 di lunedì 7 luglio e qualcosa va storto. Durante il passaggio di acqua contenente uranio da una cisterna a un’altra, una paratoia cede e il liquido cola in un bacino di ritenzione, una specie di vasca di sicurezza.
Purtroppo però anche la vasca è crepata e, cosa più grave, l’azienda, noncurante, lo sa. Il risultato è catastrofico: trentamila litri di acqua contenente uranio si riversano in poche ore in due fiumi della zona. A questo punto ci si aspetta che subito scatti l’allarme ma la prima reazione è tutt’altro che tempestiva.
Solo il giorno dopo parte il piano d’emergenza, per non parlare dei ritardi con cui sono state avvertite le autorità locali.
Solo due giorni dopo i sindaci dei comuni coinvolti hanno potuto impedire agli abitanti della regione di bere acqua e di mangiare pesce, vietando anche di bagnarsi nelle acque contaminate. Gli ispettori del governo francese sono arrivati sul sito incriminato solo giovedì e solamente ieri mattina hanno intimato ai tecnici della centrale di Tricastin di sospendere l’attività.
Una brutta storia, quella francese, che però può essere presa ad esempio dal governo italiano, che ormai da mesi va sparando ai quattro venti la necessità di tornare all’atomo.
Una storia che mette in evidenza quanto siano false le rassicurazioni della lobby del nucleare sul soddisfacente grado di sicurezza dell’atomo nonché l’eterna opacità che circonda gli incidenti che avvengono nelle centrali. «Il pasticcio francese ci dice che il nodo della sicurezza degli impianti è ben lungi dall’essere superato – sottolinea il ministro ombra dell’ambiente, Ermete Realacci – nonostante il nucleare oggi ci venga presentato come una fonte di energia sicura, pulita, illimitata e di basso prezzo. Sappiamo bene che non è così». Realacci poi non manca di sottolineare i rischi derivanti dall’alone di mistero che di solito avvolge gli impianti nucleari: «Anche stavolta è mancata la trasparenza, i cittadini francesi non sono stati avvertiti tempestivamente.
Un’opacità che certamente non fa dormire sonni tranquilli a chi vive attorno a una centrale»

Ettore ha detto...

EUROPA - sabato 19 luglio 2008

GREEN
Rinnovabili, Germania campione
MARCO FRATODDI
I tedeschi avranno pure mancato di un soffio il titolo europeo di calcio. Ma rimangono saldamente in testa alla graduatoria mondiale delle rinnovabili: nel 2007, conferma il bimestrale Qualenergia, sole e vento in Germania hanno coperto il 14,3 per cento del fabbisogno elettrico contro l’11,9 dell’anno precedente.
E anche nel 2008 Berlino sembra fortemente orientata a mantenere questo primato. Basti vedere che cosa accade a Marburg: la prima città del pianeta in cui è obbligatorio montare i pannelli solari, termici o fotovoltaici, su tutte le abitazioni del territorio comunale.
Qui infatti, 80.000 persone a Nord di Francoforte, la giunta rossoverde ha approvato una legge che non ammette mezze misure: i moduli dovranno essere installati sia sugli edifici di nuova costruzione (come prevede peraltro anche la nostra Finanziaria 2008), sia su quelli già esistenti non appena i proprietari d o v r a n n o metterci le mani per una ristrutturazione.
Per tutti, spiega dalla Gran B r e t a g n a l’Independent, sono previsti i consueti incentivi e finanziamenti agevolati che consentono di recuperare l’investimento in 15 anni. Ma chi non rispetterà la normativa, qui sta il bello, dovrà pagare una multa di 1.000 euro (la proposta iniziale era di 15.000). Le contestazioni, bisogna dirlo, non sono mancate: Der Spiegel ha fatto maliziosamente notare come il sindaco di Marburg, Franz Kahle, sia un semplice affittuario della propria abitazione e non debba dunque esporsi a questo investimento.
Mentre i cristiano-democratici, riferisce la Deutsche Welle, già parlano di una vera e propria «dittatura ambientalista». Ma sono voci isolate: grazie ad una sana politica di continuità con il suo predecessore la Merkel ha centrato il triplice obiettivo dei 25 miliardi di fatturato dalle rinnovabili, 250.000 nuovi posti di lavoro e 115 milioni di tonnellate di Co2 in meno. E gli enti locali, a prescindere dal colore politico, rappresentano uno snodo importante di questo processo: nel land meridionale del Baden-Wuerttemberg il governo di destra ha imposto che le abitazioni si scaldino per almeno il 20 per cento con fonti rinnovabili.
In Assia invece l’Spd ha trionfato a gennaio con un programma che punta a chiudere le centrali nucleari ed a costruire 1.700 nuovi impianti per le rinnovabili. E vista la crescita esponenziale del mercato solare in Germania (entro il 2010, secondo l’agenzia americana Photon Consulting, si produrranno 6.500 MW in più) c’è da credere che la scelta di Marburg da quelle parti non rimarrà isolata.

Ettore ha detto...

SAREBBE IMPORTANTE CAPIRE COME SI MUOVE LA NOSTRA PROVINCIA E LE ALTRE DELLA TOSCANA. NON POSSIAMO STARE SULL'ALBERO.
LA DOMANDA LA RIVOLGO A CHI CI RAPPRESENTA NELLE ISTITUZIONI. O È TROPPO CHIEDERE?
Ettore
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dal sito web. www.matteorenzi.it

Continua l'impegno nelle energie rinnovabili

Questa mattina, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici a Firenze, si è svolto il convegno di presentazione della convenzione che l’Agenzia Fiorentina per l’Energia (Afe) ha sottoscritto con l’Agenzia CasaClima di Bolzano. Un accordo nato sotto il patrocinio della Provincia di Firenze e della Provincia Autonoma di Bolzano.
Nell’ambito dell’incontro è stato illustrato come sarà introdotto in tutto il territorio della provincia di Firenze lo standard per la certificazione energetica degli edifici messo a punto dall’Agenzia CasaClima. Un nuovo strumento che di fatto influenzerà la qualità dei nostri edifici, nuovi o ristrutturati, proprio grazie alla classificazione energetica espressa tramite il certificato energetico. “CasaClima” è già in funzione da sei anni nella Provincia di Bolzano, ma rappresenta una novità per il resto d’Italia.

L'obiettivo della Provincia di Firenze è quello di dimezzare l’uso di energia tradizionale entro sette anni: anche grazie a CasaClima possiamo vincere questa scommessa. Il 2015 sarà l’anno del 150° anniversario dalla Firenze Capitale d’Italia (1865) e sarà anche l’anno dell’Expo di Milano. Anche noi ci siamo posti in un’ottica di grandi obiettivi e la certificazione CasaClima va proprio in questa direzione. Non possiamo ambire ad essere la prima Provincia in Italia in materia di energie rinnovabili perché il primato spetta a Bolzano ma possiamo lavorare per ottenere il secondo posto.

All’incontro insieme a me hanno preso parte: Michl Laimer, Assessore all’Urbanistica, Ambiente ed Energia della Provincia Autonoma di Bolzano; Luca Talluri, Presidente dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia; Konrad Bergmeister, Presidente dell’Agenzia CasaClima; Luigi Ulivieri, Direttore Generale Area Sviluppo e Territorio della Provincia di Firenze; Norbert Lantschner, Direttore dell’Agenzia CasaClima.
Secondo l’intesa raggiunta, l’Agenzia Fiorentina per l’Energia sarà il referente per il rilascio sul territorio provinciale delle certificazioni energetiche degli edifici “CasaClima”, a cui i committenti dovranno inoltrare, tramite professionisti abilitati, la documentazione necessaria per il rilascio del certificato energetico.
Il certificato energetico attesterà la “qualità energetica” che, nei casi di edifici particolarmente efficienti, verrà evidenziata da una “targa energetica” in metallo che sarà apposta sull’abitazione come segno distintivo.
L’Agenzia Fiorentina per l’Energia si occuperà inoltre della formazione - secondo gli standard CasaClima - dei progettisti, degli artigiani e dei committenti, con appositi corsi di formazione, per consentire una introduzione corretta dello standard.

Ettore ha detto...

EUROPA - mercoledì 30 luglio 2008
Tricastin, nuova allerta nucleare. Edf minimizza, operai in allarme
A sei giorni dalla fuga di particelle radioattive che aveva «leggermente contaminato» 97 impiegati a Tricastin, nel sud del paese, torna la paura. Edf: «Nessun incidente, solo un allarme intempestivo».
VALENTINA LONGO

È partito di nuovo dal reattore numero quattro l’ultimo allarme alla centrale nucleare Edf di Tricastin, registrato ieri in tarda mattinata a causa di una fuoriuscita di polvere, che ha fatto scattare un «allarme radioattività» che ha portato all’evacuazione di 127 di persone. L’emergenza, hanno precisato i responsabili della comunicazione di Edf, è scattata «accidentalmente». «Non c’è stato nessun incidente – ha dichiarato uno dei portavoce – si è trattato di un allarme intempestivo ». Ma le procedure di emergenza sono scattate ugualmente e 45 degli impiegati evacuati sono stati condotti in infermeria. Dopo i controlli «il medico ha stabilito che non c’è stata nessuna contaminazione», ha poi aggiunto il portavoce, sottolineando che «un’inchiesta tecnica» è ancora in corso per determinare l’origine di questo allarme.
Le dichiarazioni di Edf non sono state per ora confermate dall’Autorità per la sicurezza nucleare (un’autorità amministrativa indipendente), che vigila sul settore, e che per il momento resta in attesa di un «esame indipendente». Tracce di una contaminazione «molto debole», però, sono state rinvenute su due delle persone visitate. Lo ha riferito la Cgt, secondo quanto riferisce l’agenzia Afp. Ma di fatto «non c’è stata fuga radioattiva».
Lo ha spiegato anche il capo della divisione Asn di Lione, Marc Champion. Le tracce rinvenute sulle due persone contaminate, spiega, sarebbero il frutto da una contaminazione «precedente».
Potrebbero cioè risalire proprio a sei giorni fa, al 23 luglio, quando si è verificato l’ultimo incidente nella centrale del sud della Francia, il terzo da un mese a questa parte, il secondo nella stessa centrale.
Il primo degli episodi allarmanti, verificatisi nello stesso sito di Tricastin, è datato 7 luglio scorso quando a Socatri, in una centrale Areva dove vengono trattate le scorie, si è scoperto che 74 kg di uranio erano stati scaricati, per errore, in due fiumi (l’incidente è stato classificato a livello 1). Il secondo si è verificato, appunto, mercoledì scorso, quando quasi un centinaio di impiegati sono stati giudicati dai medici «leggermente contaminati» – secondo il comunicato ufficiale di Edf – a seguito della fuoriuscita di polvere avvenuta proprio nell’unità di produzione del reattore 4, già allora fermo per manutenzione, quello in cui c’è stata perdita di particelle radioattive.
Ma secondo l’organizzazione indipendente Criirad (Commissione di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattività), anche in occasione di altri incidenti, ci sono state «leggere contaminazioni». In particolare, secondo quanto riferisce l’organizzazione che quattro giorni fa ha diffuso un nuovo articolato dossier, nell’incidente dell’11 luglio, a Nogent sur Seine, leggere tracce di contaminazione sono state rilevate su sette impiegati; il 12, invece, quando l’allarme è partito da Gravelines, le persone esaminate a seguito di un incidente sono state quattro. Il 21 luglio, poi, l’allarme è scattato alla centrale di Saint Alban, quando quindici impiegati, di imprese esterne, che intervenivano su un cantiere di manutenzione, sono stati fatti visitare. Anche su di loro, riferisce la Criirad, sono state rilevate tracce leggere di contaminazione.
Il reiterarsi di questi incidenti ravvicinati, nell’ultimo mese, preoccupa sempre di più, e sono soprattutto i sindacati e le organizzazioni non governative a tornare a parlare di sicurezza nelle centrali. A questo proposito la stessa Criirad e Greenpeace (che in occasione del lancio dell’Unione per il Mediterrraneo aveva inscenato un’azione di protesta sulla Tour Eiffel per denunciare la politica pro-nucleare di Nicolas Sarkozy), dopo l’incidente di una settimana fa, sono tornate a chiedere un «ampio dibattito pubblico», mentre i sindacati hanno insistito perché gli incidenti occorsi sui siti nucleari siano considerati« incidenti sul lavoro» a tutti gli effetti.