martedì 22 luglio 2008

· Scout del terzo millennio: persone normali, ma qualcuno si scandalizza

da PANORAMA.IT

di Paolo Fiora [scout del CNGEI - Associazione scout laica italiana riconosciuta dalla Federazione Italiana dello Scautismo]

Qualche tempo fa sono stati presentati, a Firenze, i risultati di un’indagine riguardante “

I giovani scout e l’Europa”. La ricerca commissionata dalla Federazione Italiana dello Scoutismo all’Istituto degli Innocenti di Firenze è stata realizzata, con approccio scientifico in occasione dell’organizzazione di un evento scout europeo:Roverway. Su 4 mila partecipanti (di età compresa tra i 16 e i 22 anni), 2.500 hanno risposto al questionario (in italiano e in inglese).

L’esito ha suscitato non poche reazioni. Ma il fatto preoccupante è che invece di sottolineare la bontà della ricerca e dell’esito della stessa, tutti hanno sparato percentuali, comunque fondate perché dichiarate in sede di presentazione, che hanno portato a scrivere titoli comeSesso, alcol e fumo, ecco lo scout del terzo millennio.

Siccome non ritengo che il foulard che portiamo al collo sia sinonimo di aureola che ci possa dare un ton

o di santità, bensì un simbolo che permette a chiunque di riconoscere delle persone che sono coinvolte in un movimento che è la prima agenzia al mondo di educazione non formale e che vivono secondo dei valori comuni. In questo movimento si ha la possibilità (dall’età di 8 anni) di imparare a vivere in comunità rispettando le proprie sfere personali, di imparare le dinamiche di una cosciente presa di decisione nei vari e differenti processi democratici, di imparare ad essere indipendenti dalle “sottane” delle proprie madri che va dal farsi da mangiare in modo decente all’essere intraprendenti in un’esperienza significante come quella dell’Erasmus, di imparare il rispetto degli altri e delle idee degli altri, di imparare a come confrontarsi in modo costruttivo per crescere nell’ottica di diventare “un buon cittadino” e di “lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”. Tutto questo seguendo quei binari che si chiamano: valori dello Scoutismo, promessa e legge. Che non cito per lasciarvi la curiosità di andare a cercarne i significati.

Alla lettura del report della ricerca in oggetto mi è sorta un’esclamazione: “ma allora siamo normali?”. Continuando a sentirmi dire fin da piccolo che siamo dei “bambini vestiti da cretini guidati da cretini vestiti da bambini”, stavo quasi per convincermene. Ma finalmente un dato statistico ci consacra come “persone normali”, persone che sono testimoni del proprio tempo con tutti i pregi e tutti i difetti delle persone comuni. Evviva!

E invece no!! I giornali hanno puntato le luci su quelle tematiche che avrebbero fatto gridare allo scandalo, che avrebbero fatto notizia, senza porre l’attenzione su altri aspetti, come ad esempio il fatto che gran parte degli intervistati non ha fiducia nella politica e nella classe politica, ma questo forse per il momento che si stava attraversando in Italia, sarebbe stato scomodo. A nessuno è rimasto impresso il fatto che dei giovani possano rispondere con coscienza: sono credente o sono in ricerca. Nessuno si è sentito incuriosito da scoprire le percentuali di coloro che hanno risposto che nello scoutismo hanno imparato a: sapersela cavare, lavorare in gruppo, fare volontariato, confrontarsi con gli altri, essere attento agli altri, essere più responsabile, parlare in pubblico, rispettare le cose altrui.

Ma ci fermiamo sulle tematiche dei luoghi comuni: sesso, spinelli, trasgressioni in generale. Tutto concentrato sulla domanda “pensi che ti potrebbe capitare di …?”: fumare marijuana, viaggiare sui trasporti pubblici senza pagare, divorziare, ubriacarti, avere rapporti sessuali senza essere sposato. Dove la domanda manifesta una certa “potenzialità” dell’accadimento/azione ma non la matematica certezza dell’accaduto.

Proprio perché si è ritenuto dare voce alla reale lettura di questi dati: la statistica è uno dei tanti spaccati della realtà dei giovani d’oggi e lo scoutismo è un punto di riferimento per coloro che interpretano la vita secondo dei valori precisi e che si sentono a proprio agio in questo movimento seguendo i binari sopra indicati. Ho avuto l’occasione di parlare di questo argomento in una trasmissione di Radio DeeJay, durante la quale centinaia di messaggi hanno ulteriormente confermato quanto fossero veri i dati della statistica e nello stesso tempo sono stati reali testimonianze che hanno ribadito il concetto dello scoutismo come stile di vita, dello scoutismo come esperienza unica e diversa, dello scoutismo come network di persone che hanno interessi comuni.

Che lo si creda o no, gli scout sono persone impiegate negli uffici pubblici, manager e consulenti aziendali, sono maestri e professori, sono militari impiegati in Afghanistan e sono corazzieri del Presidente della Repubblica, sono i medici che fanno nascere bambini e che salvano vite, siedono in Parlamento e sono stati anche ministri, sono i panettieri sotto casa… Non mi sembrano tutti dei cretini!! Sono persone che vivono l’amore come tutti e qui viene il bello: perché se dico solo eterosessuale, nessuno si scandalizzerà, ma se dico anche omosessuale, sono sicuro che qualcuno comincerà a storcere il naso.

Anche se personalmente non condivido tutto ciò che si sostiene riguardo alle differenti tematiche sopra citate, ho imparato a rispettare le idee e le opinioni altrui e difendo il fatto che tutti possano avere l’opportunità di esprimersi proprio nell’ottica di un confronto che accresca entrambe le parti.

Mi piace pensare che finalmente l’opinione pubblica si sia accorta di noi come gente di tutti i giorni, mi dispiace pensare che, comunque, la prima volta che qualche ragazzo con il fazzolettone al collo sbaglierà direzione su un sentiero di montagna o si scotterà accendendo un fuoco, tutti grideranno ancora allo scandalo. Peccato!!

1 commento:

Ettore ha detto...

Negli anni '90 ero impegnato a Firenze. Per una necessità del mio lavoro sindacale, avevo convocato un convegno sui problemi della formazione professionale invitandovi sei 'grossi' personaggi: dal mondo governativo, da quello imprenditoriale, dal mondo del sindacato - sia di livello regionale sia nazionale. Durante una pausa del dibattito a commento di quanto avvenuto mi scapparono due parole: 'cammino' e 'scouting'. Uno degli interlocutori, quello imprenditoriale, ci guardò e disse serio e deciso: «In quanti scout siamo tra noi?» Su sei eravamo in cinque. Saltò fuori che nei rispettivi ambienti d'impegno di ex quadri scout ce n'erano molti e, quasi tutti, 'positivi'. Sarà stato un caso; ma ne fummo - tutti - sorpresi e assai compiaciuti!