martedì 26 agosto 2008

• URGENTE la mobilitazione della opinione pubblica.ORISSA: suora bruciata viva da estremisti indù; un'altra stuprata

ASIA NEWS - lunedì 25/08/2008 15:54
di Nirmala Carvalho
Bubaneshwar (AsiaNews) - Una suora cattolica è stata bruciata viva da gruppi di fondamentalisti indù nel distretto di Bargarh (Orissa), che hanno assalito l'orfanotrofio di cui era responsabile. Lo ha confermato il sovrintendente della polizia Ashok Biswall . Un sacerdote che era presente nell'orfanotrofio è rimasto gravemente ferito ed è ora all'ospedale con profonde ustioni. Un'altra suora ,del Centro sociale di Bubaneshwar è stata stuprata da gruppi di estremisti indù prima di dar fuoco a tutto l'edificio. La lista delle violenze contro i cristiani si allunga. Fonti di AsiaNews affermano che una sacerdote è stato ferito; altri due sacerdoti sono stati rapiti.
Da due giorni lo stato dell'Orissa (nord- est dell'India)è scosso da violenze seguite all'uccisione di un leader radicale indù, Swami Laxanananda Saraswati. Chiese, centri sociali, centri pastorali, conventi e orfanotrofi sono stati assaliti ieri e oggi al grido di "Uccidete i cristiani e distruggete le loro istituzioni".
La tensione in tutto lo Stato è altissima. Il Vhp (Vishwa Hindu Parishad) ha lanciato per oggi e domani delle dimostrazioni. Già oggi gruppi di fanatici indù del Vhp e della Sangh Parivar hanno bloccato strade e villaggi, lanciando i propri gruppi alla razzia e alla violenza.
Secondo informazioni dirette, il Centro sociale dell’arcidiocesi è stato assalito e bruciato. Prima della distruzione, gli incendiari hanno stuprato sr. Meena, una suora che lavorava nel Centro. Anche il Centro pastorale, che era scampato alle distruzioni del dicembre scorso, è totalmente distrutto.. P. Thomas, il responsabile è all’ospedale con gravissime ferite alla testa.
Il p. Ajay Singh ha detto ad AsiaNews che vi sono notizie di una suora arsa viva in un orfanotrofio nel distretto di Bargarh, dove era responsabile
Anche le suore di Madre Teresa sono state attaccate da un gruppo di militanti indù che hanno lanciato pietre su di loro, ferendone una in modo grave.
Tutte le istituzioni cristiane sono in pericolo perché folle di radicali indù girano per le vie, rompono le porte e le finestre e talvolta assaltano le case cristiane. Diversi sacerdoti e suore sono in fuga.
Militanti indù hanno anche assalito con pietre l’arcivescovado di Bubaneshwar, ma non hanno osato entrare data la presenza della polizia.
La chiesa e la casa parrocchiale di Phulbani sono state attaccate e bruciate. Tutti i sacerdoti hanno dovuto fuggire rifugiandosi nelle case dei fedeli.
L’ostello dei giovani che studiano a Phulbani è stato bruciato. Alcune missionarie della Carità radunate per un corso di studi sanitari a Brahamanigoan, sono state bloccate per ore nel villaggio. Le suore hanno lasciato il convento e hanno trovato rifugio in alcune scuole.

2 commenti:

Ettore ha detto...

IL MESSAGGERO - venerdì29 agosto 2008

Occidente e fondamentalismi
TRASFORMIAMO I CONFLITTI IN ALLEANZE DI PACE
di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA

L’ASSALTO in India ad una comunità cristiana da parte di un gruppo fondamentalista, evidentemente disturbato dall’azione umanitaria e non soltanto di proselitismo che caratterizza i cristiani, non va interpretato nei limiti di un episodio di intolleranza locale. Non foss’altro per il grande contesto della varia realtà del mondo indiano, su cui continua a campeggiare l’insegnamento della predicazione di fratellanza umana, di tolleranza e non violenza del Mahatma Gandhi. Ma a valutare adeguatamente la forza del fattore religioso, basterà il ricordo relativamente recente dell’uscita di scena il 15 agosto del 1947 dell’Impero britannico, il cui ultimo vicerè, lord Mountbatten, lasciò il potere a due Stati, uno induista, la Federazione indiana, l’altro islamico, il Pakistan. Malgrado l’anglicizzazione della cultura superiore, scientifica e tecnica, degli ordinamenti amministrativi, giudiziari, militari, dell’economia industriale e finanziaria, delle istituzioni politiche, le due maggiori credenze religiose hanno continuato a esprimere l’identità profonda delle tradizioni sociali. Perché l’opinione pubblica occidentale sembra accorgersene solo adesso? La fase della espansione coloniale e poi dell’imperialismo europeo nel resto del mondo andava temporalmente coincidendo con i processi di secolarizzazione della cultura occidentale, che conducevano ad una sottovalutazione delle religioni, come ostacoli residuali e regressivi sulla strada della modernizzazione del mondo, aperta dalla sola ragione ai progressi della scienza e della tecnica.
A questa tendenza della cultura razionalista e liberale si accoppiava in involontaria sinergia il materialismo scientifico del comunismo reale nelle aree di dominio o di influenza extraeuropee. Le religioni sono così cadute come in un cono d’ombra. E non si è dato il giusto credito agli studi di Samuel Hughtinton sullo scontro di civiltà, che avrebbe trovato esca proprio nelle conflittuali appartenenze a diverse identità religiose. Il terrorismo diffuso alimentato dal fondamentalismo islamico si deve leggere come uno dei segni, per ora il più cruento, di questo conflitto di civiltà. Non è guerra di religioni.
È fuorviante richiamare le crociate o le guerre tra i popoli europei di diverse confessioni cristiane. Oggi non sono in causa dispute teologiche o loro corollari politici. Tanto è vero che il dialogo interreligioso a livello mondiale non ha soste e non si finisce di stupire che in alcuna dottrina delle grandi religioni del pianeta trovi spazio l’odio o la guerra tra gli uomini. È pretestuosa polemica laicista quella che argomenta l’inizio della pace dalla fine di ogni religione. Il fondamentalismo del nostro tempo è nazionalismo razzista e xenofobo, intriso di moralismo antioccidentale, una forma violenta di rigetto di un dominio esterno pervasivo, che si apre a ventaglio dalle libertà della democrazia politica a quelle della emancipazione delle donne e della promozione e tutela dei diritti umani. Il cristianesimo vive ed opera nella polarità opposta dei fondamentalismi politico-religiosi, di scala planetaria o di dimensioni locali. Se l’Occidente uscisse dalla smemoratezza della sua propria storia, saprebbe forse meglio identificare i pericoli che gravano sugli uomini di oggi e trasformare in alleanze di pace i conflitti di civiltà.

Ettore ha detto...

ASIA NEWS 01/09/2008 11:08
INDIA
Pressioni sul presidente per fermare le violenze anti-cristiane in Orissa
Ma le violenze continuano: ieri 4 chiese sono state distrutte. Si allarga anche il fronte: violenze pure nel Madya Pradesh e nel Karnataka.

New Delhi (AsiaNews) – Personalità della società civile indiana hanno incontrato stamane Shrimati Pratibha Patil, presidente della confederazione, chiedendo il suo intervento per fermare le violenze anticristiane nell'Orissa. La delegazione ha pure presentato un memorandum e sta studiando le vie legali per condannare vari gruppi radicali indù che in questi giorni continuano a suscitare l'odio verso i cristiani. Intanto si registrano ancora
violenze in Orissa. Ieri sono state distrutte e incendiate 4 chiese e la polizia ha allargato il coprifuoco e il controllo su altri 3 distretti. La campagna anti-cristiana si allarga anche nel Madya Pradesh e nel Karnataka.

La delegazione che ha incontrato il presidente Patil era composta da personalità della cultura e dello spettacolo, oltre a parlamentari cattolici, all'arcivescovo di Cuttack – Bhubaneshwar, mons. Raphael Cheenath; l'arcivescovo di New Delhi, mons. Vincent Concessao, e il portavoce della conferenza episcopale, p. Babu Joseph.

Nel memorandum offerto al presidente, il gruppo chiede che vengano perseguite alcuni leader radicali indù del Vhp (Vishwa Hindu Parishad), dell'Rss (Rashtriya Swayamsevak Sangh) e del Bajrang Dal che nei giorni scorsi hanno continuato ad accusare i cristiani dell'assassinio di Swami Laxmanananda lo scorso 23 agosto.

Sebbene la polizia sia convinta che gli autori sono dei guerriglieri maoisti, Praveen Togadia, segretario generale del Vhp ha affermato in un'intervista a un giornale internazionale che "La Chiesa ha ucciso lo Swami". Ram Madhav, portavoce dell'Rss, ha affermato alla Cnn che "i cristiani sono dietro l'assassinio". Subhash Chavan, leader nazionale del Bajrang Dal ha dichiarato che "la polizia sta cercando di nascondere la verità, accusando i maoisti". Tutti loro sono "passibili di condanna per incitamento all'inimicizia fra comunità e religioni".

La delegazione ha chiesto al presidente di usare tutto il suo potere per inviare truppe di sicurezza nell'Orissa, dove la polizia e il governo locale sembrano spesso inadeguati.

Nei giorni scorsi la polizia dell'Orissa ha allargato il coprifuoco su altri 3 distretti, oltre ai 9 già sotto controllo. Ma si registrano scontri coi radicali indù, mentre almeno 4 chiese e decine di case sono state bruciate.

La campagna anticristiana – e anticonversione – si sta allargando in altre parti del Paese. Nel Madya Pradesh (India centrale), mentre i cristiani hanno osservato fino ad oggi 3 giorni di digiuno per i loro fratelli di fede in Orissa, gruppi del Bajrang Dal hanno inscenato manifestazioni bruciando fantocci che rappresentano missionari. Anche se vi sono stati tafferugli con studenti cristiani, l'intervento della polizia ha evitato vittime.

Ieri a Chitradurga nel Karnataka, il pastore protestante N Kumar, della chiesa di Sharon, è stato picchiato subito dopo la funzione domenicale. Il gruppo dei radicali indù era entrato in chiesa segnando con pigmento rosso tutti i fedeli radunati, come segno di "riconversione all'induismo". La polizia era presente, ma non è intervenuta.

(Nella foto: p. Edward, responsabile dell'orfanotrofio di Bargarh, all'ospedale. Il 25 agosto il sacerdote è stato picchiato fino a tramortirlo e lasciato mentre l'edificio veniva bruciato. Nell'incendio è morta arsa viva la collaboratrice Rafani Majhi).