sabato 15 novembre 2008

• Cos'è la dittatura della maggioranza?


In questi giorni sempre più spesso per descrivere la nostra situazione istituzionale si usa l’espressione “dittatura della maggioranza”. Questo accade quando si parla dell'eccessivo ricorso a decreti legge e voti di fiducia (che di fatto esautorano il Parlamento), di manifestazioni di insofferenza ed arroganza nel riferirsi ad avversari politici, di controllo di sistemi di comunicazione, di leggi elettorali e simili. La frequenza del termine, a mio avviso, è eccessiva, ma la preoccupazione c’è in tutti coloro che ritengono la Costituzione repubblicana un punto di riferimento di valori civili, tuttora valido ed efficace. Ma di cosa si tratta?
DITTATURA DELLA MAGGIORANZA si ha quando si usa la maggioranza come strumento passivo della volontà dell’Esecutivo; quando sono presenti condizioni in forza delle quali si ha un presidente del Consiglio con poteri quasi assoluti che esautorano il capo dello Stato e svuotano i compiti del Parlamento. In sostanza la maggioranza "decide" e non tiene in considerazione la verifica o addirittura l’identità degli obiettivi attraverso i quali raggiungere effetti da entrambi ricercati anche con l’adozione di idee progettuali autorevole o talvolta più adeguate ad un determinato contesto.

È bene però precisare che altra cosa è la dittatura storicamente affermatasi in varie nazioni nel secolo scorso attraverso il fascismo, il franchismo, il nazismo. il comunismo o regimi ‘assoluti’ intestati a colonnelli o generali. In ciascuno di quei casi un "primo" si è insediato senza tener conto della volontà popolare espressa o esprimibile in libero suffragio universale.

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