
Quando mi sono soffermato su "Europa" sulla risposta di Federico Orlando ad un suo interlocutore, su quanto sta accadendo nel campo del finanziamento dei media quantitativamente meno diffusi, la preoccupazione per la mia e la vostra libertà di espressione è aumentata ancora (se possibile). L'editoriale "così si soffocano le idee" ed il pezzo di Raffaella Cascioli "Ecco le regole ammazzagiornali" erano di per sé già assai chiari. Orlando informa che il sottosegretario Bonaiuti «si sottoporrà a un'audizione» nella settimana dal 29 settembre al 4 ottobre per «colloquiare sulla legge di riforma dell'editoria e sui regolamenti, che nel frattempo la pregiudicano con decisioni che precedono la legge e che, come nel caso dei fondi ai giornali di partito e alle cooperative di giornalisti, creano l'allarme». Prosegue Orlando. «Il problema è specifico, ma s'inquadra in una tendenza metodica di questo governo culturalmente fascista, denunciata da Liberal mercoledì [24 sett.] e ieri [25 sett.] dal Messaggero: e cioè la tendenza a togliere al parlamento il potere di fare leggi e sostituirlo col potere del governo di legiferare con decreti.» Con riferimento al «regolamento che rende retroattivi i futuri tagli all'editoria decisi dalla Finanziaria (decreto n.112 dello scorso giugno), il rischio è non solo la scomparsa delle briciole per i piccoli giornali di partito (la torta, come saprà, se la pappano i giornaloni quotati in borsa), ma che la stessa discrezionalità colpisca l'intera editoria: annullandone la multiformità e la molteplicità di voci, scuole, orientamenti, si tratti di editoria letteraria o storica o filosofica o religiosa o scientifica o sociologica, eccetera.» Commenta Orlando: rispetto a Berlusconi & c. Mussolini aveva fatto un errore: aveva «soppresso la Camera invece di ridurla a encefalogramma piatto, a parco buoi.» «Con molta soddisfazione dei buoi, che più tacciono più hanno speranza di essere ricandidati
la prossima volta, per il prossimo stipendio.». Aggiunge: «In Italia, dopo il fascismo, una destra al governo non può essere che destra di regime, e come regime si comporta: col manganello o con le furbate. Guardi come si stanno allineando i grandi giornali, che ben sanno di non perdere niente degli aiuti che oggi ricevono dal contribuente (spese postali, aperture di crediti, carta, ecc.).» Nessuna persona di buon senso può dubitare che, per rafforzare il pluralismo delle voci nell'informazione, sia urgente un risistemazione dell'editoria in modo da ridurre i margini a possibili truffe (non solo quelle di pseudopartiti e relativi pseudogiornali). Quanto accade allarma perché fa temere di arrivare alla risistemazione dell'editoria «con lo spirito del cappio che emerge in questi giorni contro i giornali dei partiti veri» «Andremmo alla più illiberale delle controriforme. Dopo quella d'infausta memoria.»
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