lunedì 20 dicembre 2010

• Nel PD la resa dei conti


È il momento di ridefinire e precisare il progetto, riducendo al minimo i tentennamenti e fissare gli obiettivi di breve-medio termine. È il momento di evitare di inseguire con troppa ossessione le ombre del passato personale e di gruppo, di inseguire il sogno di vecchie egemonie (che negli anni repubblicani di sono rivelate pura velleità).

Non mi domando se sarà una posizione leggibile "all'antica" (destra, centro o sinistra) ma se corrisponderà strategicamente - e nella sensibilità immediata - ai problemi della gente, se consentirà 'concretamente' la mobilità sociale, se farà riemergere valori civili e spirituali, sopiti e nascosti dal ruzzolare di drammi di vario spessore.

Nel PD la resa dei conti? Il punto è: ci sono conti di cui rendere conto, diversi da entusiasmi contingenti e figli di passati più o meno vissuti ed organicamente impostati? diversi dalla ricerca di "nuovismi" non meglio definiti e definibili? dalla continua declamazione di strutturazioni non rispondenti a progetti definiti, confuse con obiettivi e progetti? che guardino seriamente alla voglia "reale" di accoglienza, solidarietà ed ascolto reciproco fondanti del PD?

È urgente che i gruppi dirigenti ai quali è data la rappresentanza dell'insieme, chiamato PD, fissino tappe ed obiettivi in modo da consentire una risposta credibile ai quesiti proposti nonché la libera scelta e la libera 'partecipazione'. In caso contrario sarà fatale che dall'attuale precipitato passiamo a un altro, altrettanto ansiogeno. Il consolidamento dell'insieme centrale dell'attuale schieramento politico e la ripresa di una sinistra 'antagonista' di sistema sono il sintomo chiaro di questa urgenza. Lo sbriciolamento e l'ondeggiamento - conseguente le personalizzazioni di potere dell'attuale insieme di destra - ne sono una ulteriore conferma.

La spinta al passaggio al 'nuovo' fondante dell'origine del PD è il momento dal quale passa la ricerca dei nuovi approdi, anche a livello territoriale e tenendo conto delle varie culture che non possono essere 'bruciate'; come impone un riequilibrio dei fattori imposto dalla globalizzazione e dalla accelerazione del fattore tempo nella costruzione di una risposta alla ideologia di mercato voluta dai Centri di potere finanziari. Se tale momento fosse disatteso prevarrebbe ancor più anche al nostro livello l' "homo homini lupus", si affermerebbero nuove servitù e violenza.


Per nota - La vignetta è stata tratta da www.nicolatranfaglia.com. Troppo bellina e significativa!

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