sabato 27 novembre 2010

• Manifestazione CGIL e comizio Camusso



Su RASSEGNA.IT di oggi leggo la cronaca di Paolo Andruccioli del primo comizio della nuova segretaria generale della CGIL, in piazza San Giovanni a Roma. Ne trascrivo l'incipit. Cgil in piazza, Camusso: "Vogliamo un paese civile" «Lotta alla precarietà del lavoro, battaglie concrete per le difesa di chi viene licenziato con le norme introdotte dal governo, unità tra giovani e anziani, rispetto delle regole e della democrazia, cittadinanza per gli immigrati, rispetto delle donne, tre priorità per affrontare l'emergenza Sud. E inoltre un attacco durissimo alla ministra Gelmini alla quale si chiede di ritirare la sua riforma dell'università. Sono stati questi i temi forti usati dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al suo esordio dal palco di San Giovani.» La prima impressione. La Camusso cerca di raddrizzare il timone di questa importante parte di lavoratori e lavoratrici puntando ad uscire dall'angolo dell'isolamento nel quale la CGIL, degli ultimi anni, si è confinata - soprattutto con l'atteggiamento para-negoziale della Fiom, ma non solo. Ha cercato di fissare le 'cime' di salvataggio della CGIL su varie sponde - particolarmente sulle banchine delle altre due confederazioni Cisl e Uil. Ha richiamato i motivi della protesta profonda in emersione dal Paese per la grave crisi socio-economica, per la mancanza di risorse per la sopravvivenza ed il lavoro. Ha tentato - pur consapevole di limiti evidenti - di riallacciare un rapporto tra mondo del lavoro organizzato e mondo studentesco uno degli elementi-chiave della strategia delle organizzazioni di massa degli ultimi cinquant'anni. La spinta per un generale atto di orgoglio capace di aiutare chi sta cercando di avere come obiettivo il recupero della speranza; uno sfogo in positivo. Come dimostrano anche strategie ed obiettivi negoziali delle altre due confederazioni, di tavoli aperti o apribili con le controparti imprenditoriali ce ne sono diversi ed importanti. La manifestazione indetta dal settore delle costruzioni - lavoratori ed imprese - per il prossimo 1 dicembre lo conferma. Per tutti, di fatto manca un interlocutore: il governo nazionale. Diversi uomini di partito, più o meno importanti e determinanti, hanno aderito a questa manifestazione. Ancora una volta in cerca di non perdere contatto col mondo reale, che le tre confederazioni rappresentano - nonostante i cosiddetti opinionisti cerchino di rappresentarle con accenti che sfiorano il grottesco per sostenere le loro tesi o i loro richiami ideologici anciène régime.

Nessun commento: