domenica 28 novembre 2010

• Complotto, sì. Complotto, no.


Le dinamiche finanziarie ‘globali’ scuotono l’Europa e sono lungi dal corrispondere ad interventi coordinati di difesa e controllo da parte di chi possiede gli strumenti di gestione politica. Dallo spavento degli anni scorsi - anziché con nuove regole di controllo finanziario concordate fra gli Stati per rendere gestibile sul piano socio-economico quanto accadeva - siamo momentaneamente usciti con un ulteriore arricchimento dei finanziari ed un impoverimento verticale delle popolazioni e dei loro nuclei comunitari. Nessuna delle potenze globali - come Stati Uniti e Cina - ha interesse ad indebolire l’Euro o a farlo franare fino a provocare forme di miope autarchia nei singoli Paesi che lo hanno adottato. Le valutazioni del prof. Romano Prodi sul MESSAGGERO di oggi [ “L’euro e la Germania. LA MAESTRA SEVERA CHE NON AIUTA L’EUROPA”] ne tracciano un quadro per l’immediato e, declinandone tutta la delicatezza, indicano come fondamentale il ruolo della gestione politica; un ruolo che a livello d’area deve essere unitario ed, oggi, non lo è. Il prof. Paolo Savona [nel programma “in mezz’ora” della Annunziata su RAI3] è arrivato a richiamare la saggezza della Chiesa cattolica quando, per giungere ad una decisione efficace ed efficiente per tutti ,riunì tutti i cardinali, li rinchiuse (com clave) e non fece aprire finché non ci fu la decisione unitaria. Da questo punto di vista, quindi, nessun complotto contro il nostro Paese ed i suoi governanti. Al contrario urgenza di una linea univoca e stabile da parte dei nostri governanti nelle relazioni con gli altri governi. Per quanto ci riguarda di assai problematica soluzione per gli sconquassi di gestione combinati - antichi e recenti - da parte del nostro attuale governo.

Ma allora perché gridare al complotto ed indicare come destabilizzanti situazioni che questo governo (con la sua maggioranza in pieno sbriciolamento) o suoi personaggi mostrano di non sapere o volere gestire? La corrispondenza delle ambasciate statunitensi che sta per essere immessa in Internet, con rivelazioni che possono fortemente imbarazzare quel governo o che pongono ancora una volta il nostro in difficoltà tali da provocare un ulteriore declassamento della nostra immagine internazionale? Anche in questo caso, comunque, il complotto non c’entra ma solo nostra incapacità da recuperare il più rapidamente possibile. Cioè ancora un problema nostro, solo nostro.

Ma comunicati e dichiarazioni insistono unendo con molti altri quei due gravi problemi. Un caro amico, Fabrizio Geloni, con ironia dichiarata ha scritto su Facebook a questo proposito: « Ancora il complotto! È dal 94 che (Berlusconi) dice che gli remano contro! Ci sono le forze oscure della reazione, che non lo fanno governare. Inventano i rifiuti a Napoli, il crollo di Pompei, i festini, la gaffes, l'aumento delle tasse, il crollo del PIL ... Tutte bugie. a me curiosamente viene in mente il potere sovietico che denunciava i nemici del popolo e della rivoluzione.» Qualche altro elenca ancor più ironicamente: «Come negare il successo con la Cancelliera tedesca, gli orsi della dacia di Putin, (l’ospitalità a) Gheddafi', le barzellette sugli ebrei, le corna, i cucù», «le ‘bimbe’ a pagamento o meno?»

Se complotto c’è, questo governo ce lo ha tirato addosso ed ha il dovere di porci rimedio efficace, subito. Se - come credo - complotto non c’è ed è evocato da questo governo per distrarre da ruzzoloni ed incapacità in atto, sarà bene passare rapidissimamente ad una gestione più decente quanto prima. La crisi globale in ripresa potenziale e l’immobilità interna non può aspettare che abbiamo risoti i nostri problemi interni. Sempre che noi tutti vogliamo uscirne con uno scatto d’orgoglio e dignità.

Credo molto saggia a questo proposito la dichiarazione del prof. Prodi, riferita dal Messaggero di oggi. «Conosco la difficoltà di governare e di farlo in Italia. Ma mi sono molto sorpreso, infatti, quando il governo Berlusconi diceva che era tutto facile, che tutto si faceva con la bacchetta magica. Invece non ne hanno indovinata una». Lo dice l’ex premier Romano Prodi a Sky Tg24. «Certo - osserva Prodi - con una maggioranza larga è più facile affrontare i problemi, ma loro non hanno voluto. Io ho voluto, però la mia maggioranza si è sciolta». Prodi ricorda anche di avere avuto «i media scatenati contro di me, ma non mi sono mai lamentato».

«I media - osserva Prodi - fanno il loro mestiere. Molto spesso per un politico è spiacevole e si passa la notte insonni ma la democrazia si regge sui media e sulla trasparenza dell’opinione pubblica. Per mesi la prima pagina dei giornali di proprietà di Berlusconi fu dedicata alle infamie su Telekom Serbia, su Mitrokhin. Poi, le persone che vennero usate per costruire questa infamia, sono state messe in galera perché avevano semplicemente mentito».


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