
Oltre un centinaio di persone si sono incontrate alla Goldonetta a Livorno. Una scritta da sfondo al palco: 60° ANNIVERSARIO CISL LIVORNO.
Vecchi e nuovi volti si incontrano, imbarazzati come si può esserlo quando si rilegge un album di ricordi di azioni, polemiche e solidarietà di anni (molti per i più anziani). Lotte durissime degli anni ‘70, pulsioni rivendicative piccole e grandi, tensioni civili e sociali che riemergevano recenti e lontane. Qualcuno sta leggendo CONQUISTE online:”Crisi, peggiora la disoccupazione di Eurolandia: a settembre sale al 10,1%”; Emergenza rifiuti: Berlusconi ad Acerra promette soluzioni entro pochi giorni”. Qualcuno, sconsolato, mormora: «ai guai di Livorno si aggiungono quelli ‘globali’!» «Niente certezze, tanta propaganda!».
Ci si guarda intorno. Il sorriso torna sui volti. «Fa bene qualche volta guardare con attenzione all’indietro.». Rileggere per progettare, per alimentare la speranza. Vittorie ed errori. Volti e fatti. Conferme e spinta alla innovazione.
Sessant’anni di orgogliosa autonomia, in un territorio che ha sempre teso all’immobilità ed al culto di pregiudiziali primazie, che ostinatamente tende a confermare un tutt’uno partiti e sindacato (quindi decisamente ostile ad una Cisl che traeva la propria forza dal guardare progettualmente a solidarietà e previsione dei fenomeni futuri nel rifiuto di schematismi ed ideologie.
Lo schermo ridà volti ed atti, in sequenza da ieri l’altro ad oggi. Figli che riconoscono padri ed amici che li hanno preceduti. I più giovani che guardavano - un po’ scettici - i più anziani che confermavano d’aver mangiato tanti panini sotto stazione, d’aver sfruttato tante ferie e festività per gestire fatti, trattative (piccole e grandi). Qualcuno ricordava un sacerdote che, difronte all’impegno sindacale, - tanti anni fa - diceva: “La tua è una missione! di quelle vere, perché vissuta sulla pelle ed ogni giorno; con la quale dai agli altri, per come sai e puoi fare”. Molti (quelli che erano riusciti a liberarsi dai guai di ogni giorno) erano lì e lentamente si immergevano nel passato. “Amici e compagni di tante battaglie siamo ancora qua!”. Qualcuno un po’ malandato. Poche nostalgie. Voglia irrompente di guardare al futuro insieme a chi oggi è ancora in trincea, a chi non si sente ‘rottame’ ma parte di una costruzione che ha contribuito ad erigere.
Guardando indietro. Riandando agli anni ’50-’80. Quattro momenti hanno segnato la ‘livornesità’ cislina:
Il manifesto lanciato negli anni ’60 da Leonardo Romano:
- LA FIM SCHIAFFEGGIA LA FIOM. [Promosse fortemente l’azione unitaria di tutta l’area per la conversione innovativa e sostitutiva del Cantiere Navale Orlando: i cosiddetti accordi del 1962.]
- Il manifesto AI CRUMIRI del 1969 affisso dalla Filca [che invitava alla compattezza in funzione della conferma del “Risorgimento sociale” in atto ed al sostegno della contrattazione categoriale e confederale.], che accompagnava tentativi di promozione di nuove strumentazioni negoziali come il tentativo di «Cassa di Resistenza» per i lavoratori della Cementir, durata poi un paio d’anni.
- L’accordo della SOLVAY, [che affrontava il problema della garanzie occupazionali e che richiese l’intervento dello stesso ambasciatore belga, a Roma, per richiamare al tavolo della trattativa la multinazionale.]
- La manifestazione unitaria del 1978 in una piazza della Repubblica stracolma per lo sciopero generale nazionale, che vide l’ultimo comizio pubblico unitario di un grande leader della Cisl, Bruno Storti. (Una delle rare ‘piazzate’ storiche di Livorno).
Tanti volti non più attuali: Morellli, Maggini, Celli, Benedettini, Romano, Poggialini, Bettinetti (il mio!), Picchi, Grassi ....... Alcuni di loro significarono stagioni di speranze e di unità nell’autonomia per tutti i lavoratori e le lavoratrici livornesi. Ognuno di loro significò ‘non stare alla finestra’, permanente salvaguardia della centralità del lavoro, strenua difesa dell’autonomia del sindacato, visibilità ‘politica’ e ‘negoziale’ della Cisl anche a livello territoriale.
L'incontro alla Goldonetta: semplice ed efficace, in tutti i suoi risvolti. Scorrere rapido ed essenziale di immagini-emblema che ripercorrevano - attraverso le persone - tempi e modi di fare sindacato a Livorno, cercando di coglierne gli input progettuali per l’oggi. Talk show, condotto da David Evangelista e Sara Chiarei, che coinvolge due ex segretari generali e altri sei quadri delle varie epoche. La favolosa figura di Adriano Olivetti, che richiamava per i più anziani l’esperienza livornese dei Cristiano Sociali, alla quale era stato vicino. Intervista al sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, presentata dal segretario generale, Giovanni Pardini, e condotta da David. Scorrono sullo sfondo gli slogan che richiamano le politiche e gli impegni di oggi. Importanti ed incisivi gli interventi di chiusura del segretario generale di Livorno, Giovanni Pardini, e del segretario confederale, Maurizio Petriccioli. Essenziali e puntati sul domani della provincia e del nostro Paese, nel quadro globale. Ricorda Pardini. «Siamo un argine contro la crisi, anche locale, e ci battiamo perché i problemi della sopravvivenza e dell’occupazione, delle persone e delle famiglie siano affrontati non a parole e rimangano centrali con qualsiasi tipo di gestione del potere -locale e centrale - dovessimo confrontarci». Conferma Petriccioli. «Partecipazione alla formazione delle decisioni (nell’impresa e nella società).» «Responsabilità e rifiuto di ogni forma di isolamento.» «Consapevolezza che nessuno schematismo ideologico - ivi compreso ‘il capitalismo anonimo’ ed un ammorbante ‘mercato’ fine a se stesso.»