martedì 20 luglio 2010

• Informazione e riformismo

Nei giorni scorsi la CISL confederale ha tenuto l'attesa Conferenza Nazionale sulla Contrattazione. Un approfondimento tematico assai importante - in una fase nella quale è necessario comprendere i fenomeni legati al modo col quale si lavora, si convive e si condivide. Si colloca nel solco del sindacato riformista, che ha caratterizzato nascita e sviluppo tecnico-organizzativo della Cisl italiana. In calce indico i link al video degli interventi del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. I media hanno - di fatto - ignorato l'avvenimento, come se si fosse in presenza di un fatto estraneo alla strumentazione da costruire per leggere, interpretare e progettare la nuova fenomenologia economica e sociale. Netta, infatti, è stata l'«invisibilità mediatica». In linea generale, coloro che vi hanno posto attenzione (almeno quelli che sono riuscito a leggere!) hanno “predicato“ il ruolo della Cisl (al di là della qualità dell'attuale gruppo dirigente cislino ai vari livelli territoriali o settoriali), come subordinato al potere di turno (d'impresa o politico/partitico) e rappresentandolo come inerte ed afasico. Due, secondo me, le cause di questo fenomeno (tra l'altro non nuovo). In primo luogo la strumentalità di chi gestisce attualmente il potere pubblico e privato (direttamente o indirettamente) influenza pesantemente la «cultura» e l'«autonomia di giudizio» del sistema informazione e determina una sostanziale distorsione della stessa sulle vicende occupazionali e finanziarie (nazionali, locali e globali). In secondo luogo (come scrive il prof. Ichino per analogo fenomeno parlamentare) il meccanismo mediatico fa sì che venga data notizia soltanto di ciò che platealmente contrasta ed esalta il ruolo conflittuale del sindacato, come se questo non dovesse tutelare i propri soci ma l'immagine della propria organizzazione o della propria ideologia attraverso rifiuti totali e indistinti, magari rafforzati da qualche corteo rissoso; come se dovesse vivere in una parola solo di 'propaganda' e non distinguere «ciò che è condivisibile da ciò che va rifiutato nelle scelte» altrui, «facendosi carico dei vincoli oggettivi che nel contesto attuale si impongono a qualsiasi potere strutturato.


Conferenza stampa

Conclusioni di Raffaele Bonanni

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