sabato 10 ottobre 2009

• Il Nobel ad Obama

IL MONDO HA BISOGNO DEI PORTATORI DI SPERANZA E DEI COSTRUTTORI VERI, NON DI ISTERIE DI PICCOLI UOMINI CHE SI NUTRONO DEL LORO DENARO, DELLA LORO CAPACITÀ COMUNICATIVA E DEL FANATISMO DEI LORO SEGUACI. GRAZIE, OBAMA, PER CIÒ CHE STAI CERCANDO DI DONARE ALLA TUA GENTE ED A TUTTI NOI, PER IL RINNOVATO VOLTO DEL TUO PAESE CHE RICHIAMA QUELLO DI JFK E DEI GRANDI UOMINI DI QUELLA STAGIONE STORICO-POLITICA.

CREDENTI O MENO (PUR NEI LIMITI DEI NOSTRI PUNTI DI FORZA E DI QUELLI DI DEBOLEZZA, PROPRI DI CIASCUNO DI NOI), TUTTI INSIEME ABBIAMO IL MANDATO DI "CUSTODIRE" E "COLTIVARE" IL CREATO. IMPEGNO CHE LA BIBBIA RICHIAMA ESPLICITAMENTE FIN DALLE SUE PRIMISSIME PAGINE. DOBBIAMO E POSSIAMO FARE DEL NOSTRO MEGLIO NELLE PICCOLE E NELLE GRANDI COSE DELLA VITA PERCHE' SIAMO SEMPRE CAPACI DI ONORARLO.

UN AUGURIO DI BUON CAMMINO A TE, ALLA TUA FAMIGLIA ED A TUTTI NOI.

__________________________________

LA STAMPA - 10 ottobre 2009
BARACK OBAMA

«Non possiamo tollerare un mondo in cui si diffondono armi nucleari e dove il rischio di un olocausto atomico mette a repentaglio la vita delle persone. Ecco perché abbiamo fatto passi concreti verso un mondo senza armi nucleari in cui tutte le nazioni hanno il diritto di usare pacificamente l’energia nucleare, ma hanno anche la responsabilità di dimostrare le loro intenzioni.

Non possiamo accettare la minaccia crescente dei cambiamenti di clima che può danneggiare per sempre il mondo che lasceremo ai nostri figli - creando guerre e carestie, distruggendo le coste e svuotando le città. Ecco perché le nazioni devono accettare la loro parte di responsabilità per cambiare il modo in cui usiamo l’energia.

Non possiamo accettare che le differenze tra popoli definiscano il modo in cui ci vediamo l’un l’altro: dobbiamo cercare un nuovo inizio tra gente di fedi, razze e religioni diverse. Un inizio basato sull’interesse comune e il rispetto comune. Dobbiamo fare la nostra parte per risolvere i conflitti che hanno causato tanto dolore per così tanti anni, e questo sforzo deve includere un impegno che finalmente riconosca a israeliani e palestinesi il diritto di vivere in pace e sicurezza nelle proprie nazioni.

Non possiamo accettare un mondo in cui alla maggior parte della gente siano negate: la possibilità di avere un’istruzione e fare una vita decente; la sicurezza di non dover vivere nella paura della malattia o della violenza, senza speranze per il futuro.

E anche se tentiamo di costruire un mondo in cui i conflitti si risolvano pacificamente e la prosperità sia condivisa, dobbiamo confrontarci con il mondo che conosciamo oggi»


Nessun commento: