domenica 15 febbraio 2009

• Crolla la casa: sotto le macerie i più indifesi.

Quando c’è un terremoto e la casa è scossa, i primi calcinacci, i primi crolli e le prime macerie cascano sui più deboli di ieri e su quelli che si sono loro aggiunti negli ultimi giorni. È una regola millenaria. Questo impone a chi fa politica di cercare di non far crollare la casa (puntellandola al meglio nell’immediato) e di costruire ripari robusti per i più esposti. Troppo spesso ho l’impressione che si stia continuando a procedere a vista, con eccesso di prudenza nell’avvicinarsi a chi dei terremoti è stato causa prima oltre a manifestare idee poco chiare e tentazioni suicide di isolazionismo e protezionismo. Nel nostro paese si annota una tendenza, nell’insieme, iperprudente da parte governativa (con sbandamenti, anche vistosi, delle varie fazioni che la compongono) ed una proposta strategica da parte dell’opposizione del PD (che pur annota ‘giovanottini’ al proprio interno che remano con spinte al logoramento del veltronismo). Sindacati dei lavoratori (con forti rallentamenti della cgil) e confindustria cercano di smarcarsi e si prodigano nella via negoziale alla partecipazione e adombrando schemi operativi concertati.
Il prof. Romano Prodi, sul Messaggero di oggi con riferimento al G7, ne richiama le principali coordinate strategiche e tratteggia lo scenario atteso all’interno del quale operare. «Apprezzamento per la politica economica, fiscale e monetaria seguita dalla Cina. Dopo gli attacchi del Tesoro americano alla gestione monetaria cinese, accusata di pratiche aggressive nei confronti dei paesi concorrenti, questa pace economica fra gli Stati Uniti e la Cina non può che fare bene alle prospettive di ripresa.» «Volontà comune di lotta contro il protezionismo». Costruzione di «nuove regole e standard più rigorosi per i mercati finanziari internazionali.»
È il momento di operare e decidere in modo da perseguire, flessibilmente, quanto richiamato sul piano globale. Quindi urgenza e necessità di avere comuni obiettivi a sostegno della comunità ed evitare l’accentuazione delle incombenti nuove diseguaglianze sociali. Le pacche sulle spalle possono in qualche caso, raro, dare polvere negli occhi e nascondere mancanza di idee o strategie non per il bene comune ma per quello di pochi. I drammi non si curano con sorrisi o con l’elemosina, ma con la condivisione.

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