domenica 8 agosto 2010

• Realtà e speranze. Far politica oggi, in Italia.


«“Il bipolarismo in Italia non è mai nato.» «Che cosa hanno fatto gli eredi del Pci se non cercare per governare alleanze e unioni con qualche centro o con una certa sinistra, come dimostra l’esperienza, fallimentare, dell’Ulivo”?» «“Ho dato l’anima per costruire il partito democratico. Quindici anni. Ma ho di fronte agli occhi solo vecchi centri e vecchie sinistre.» «Mentre il mare è mosso, per il Pd sarebbe il momento di trarre qualche conclusione: che, ad esempio, esiste in Italia una forte tradizione socialista e socialdemocratica che potrebbe tranquillamente allearsi con espressioni di cultura cattolica e liberale, mentre è assurdo illudersi di trovare una sintesi tra storie tanto diverse.»
Lo ha detto Massimo Cacciari in un’intervista agostana all’Unità. Parole importanti, se esistessero, formalmente o meno, momenti culturali e forme organizzate che potessero davvero proporsi come eredi della socialdemocrazia di tipo europeo o dell’impegno socio-politico dei cattolici. Allo stato sono presenti pulsioni e tensioni - o poco più. Cercano in sollecitazioni elementari - individuali o di piccolo gruppo la spinta per una reciproca contaminazione in un mare agitato, ma privo (o quasi) di vita. Ci si rivolge più alla pancia che all'intelligenza, più all'immagine - più o meno imbellettata - che alla sostanza. Individualismo ed arrivismo prevalgono sulla ricerca del bene comune, provocando un mutamento dei valori prevalenti nei primi cinquant'anni di vita repubblicana. Col ‘berlusconismo’ ci spingiamo alla ricerca di un potere gestionale fine a se stesso con sbocchi spesso amorali, da 'decadenza ‘imperiale’.
Di tutto questo ben si rendeva conto Il cardinal Bagnasco quando affermava in giorni recenti che occorreva «una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni». Una speranza e la spinta ad un rinnovato processo di formazione? Voglia di alimentare la nascita delle tre «Reti» di ispirazione cristiana: Forum delle associazioni familiari, 'Scienza & Vita' e Retinopera. Ma queste «Reti» (soprattutto 'Scienza & Vita' e Retinopera) sembra che si siano accartocciate su un ‘privato’ solipsista, che propone obiettivi a fiato corto e tende ad assorbire una rinnovata dinamica progettuale.
Cacciari e Bagnasco: due espressioni in cerca di sollecitazione e di condivisione per poter costruire un progetto realistico che, salvaguardando la democrazia rappresentativa, recuperi certezze e progettualità al ‘sistema Italia’ in un momento delicatissimo soggetto a collassi e sconquassi sconvolgenti. Dobbiamo riprendere consapevolezza di essere Comunità e reagire tutti (laici cattolici, di altra confessione o tendenza) e giungere insieme ad una nuova sintesi per la convivenza. Urgono luoghi nei quali confrontarsi; sentirsi 'vivi' e capaci di scegliere e condividere consapevolmente, in modo da creare precondizioni progettuali. È questa un'operazione sempre più difficile per vecchi cascami riemergenti da culture e schematismi, vecchie ed obsolete.
Dobbiamo anche superare miopi comportamenti presenti nel sistema politico-partitico tripolare, nel quale di fatto operiamo nella Comunità attuale. Tensioni derivate dai tentativi di assorbimento del raggruppamento più piccolo o più debole da parte del più importante (in nome di una più efficace gestione del potere posseduto o che si ritiene di possedere): determinando immobilità, spinte centrifughe, ulteriore deficit di sintesi e capacità progettuale. È un fenomeno tanto più presente in persone che si arroccano sulla osservazione superficiale e tardano a rendersi conto del film in divenire.
Tenendo conto di tutto ciò, forte è la speranza nel dibattito che caratterizzerà la
Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che si terrà a giorni a Reggio Calabria, anche se non si avvertono ‘grandi’ spinte preparatorie d’insieme della Chiesa italiana.

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