giovedì 19 novembre 2009

• Sistema giudiziario e terrorismo

NON c’era solo la decisione del Tribunale Supremo brasiliano che ha riconosciuto la legittimità della richiesta di sua estradizione dal Brasile all’Italia (sulla quale il Presidente Lula ha l'ultima parola), ma la necessità di riaffermare il primato di garanzia e di rispetto dei diritti civili presente nel nostro ordinamento giudiziario, che il ministro della giustizia brasiliano aveva revocato in dubbio. Atto doppiamente grave perché rivolto all’ordinamento giudiziario italiano e alla nostra democrazia, che prevede una rigida separazione dei poteri dello Stato; quello giudiziario che ha fatto muro contro ogni tentativo di destabilizzazione da parte del terrorismo rosso e nero negli anni di piombo, della criminalità organizzata, degli apparati deviati così come oggi cerca di far fronte decisamente alle ricadute contingenti della crisi che il sistema giudiziario negli anni ha maturato per motivi funzionali e tecnico-organizzativi. Come ricorda l’«Associazione Italiana Vittime del Terrorismo»: Cesare Battisti è un superlatitante degli anni di piombo, ex leader dei Proletari armati per il comunismo, fuggito dall'Italia e rifugiato in Francia; fu arrestato a Parigi mentre era in procinto di essere estradato in Italia per scontare i diversi ergastoli a lui inflitti dalla giustizia italiana. Egli, infatti, è stato condannato con sentenze definitive all'ergastolo e ad un periodo di isolamento diurno, oltre che per banda armata, rapine, armi, gambizzazioni, per ben quattro omicidi.

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