mercoledì 7 gennaio 2009

• Il «Nonnino»: colonna del CLA - Comitato Livornese Assistenza


domenica 4 gennaio 2009

Pubblicato da Gianluca della Maggiore nel blog: i fili della memoria

«Senza mio padre non avremmo potuto fare per i ragazzi quello che abbiamo fatto».[don Roberto Angeli] C’è tanto, tantissimo di Emilio (nella foto in mezzo ai bimbi) nella grande opera assistenziale del Comitato Livornese Assistenza. L’eroico «nonnino» della Resistenza, umile operaio, antifascista della prima ora, coraggioso come può esserlo solo «un autentico militante cristiano». 

Emilio aveva avuto un ruolo chiave (mai abbastanza sottolineato) nella Resistenza toscana, e non solo. Era l’anello di congiunzione fra questa e coloro che dirigevano il movimento di resistenza militare a Roma. Aveva anche entratura in Vaticano attraverso dei rapporti col famoso monsignor Flaerty, il quale assisteva gli ex-prigionieri di guerra alleati. Di lui parlò anche Radio Londra.Catturato (e miracolosamente fuggito), fu interrogato dal famigerato colonello Kappler, che lo ritenne un generale. «Uno di quei generali a cui la tortura non riuscì a strappare nemmeno una parola».

«Gli maciullarono le piante dei piedi con un nerbo, gli gonfiarono il viso a pugni e calci, gli spezzarono i denti e le labbra: il ‘generale’ taceva e qualche volta sorrideva con una smorfia del viso tumefatto e sanguinante». Poi nel dopoguerra, il «sor Emilio» fu una delle anime del C.L.A. fino alla morte (1954). Infaticabile, si dette tutto per i bambini con «una letizia contagiosa che nelle difficoltà sembrava espandersi».

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