lunedì 4 aprile 2011

• Una nebbia sta avvolgendo il diritto/dovere di parola dei nostri ragazzi


Un momento essenziale del 'vero' attacco alla SCUOLA (senz'altra aggettivazione) ed al futuro dei nostri ragazzi è questo. Si è aggredito a colpi di machete un sistema (che bene o male si era consolidato) senza porsi seriamente la domanda di 'come proseguire'. Per studiare e formarsi, anche professionalmente, occorrono più soldi (con effetti disastrosi sulla mobilità sociale), famiglie sufficientemente stabili (con presenza significativa di padri e madri), associazionismo giovanile finalizzato di supporto a prezzi bassissimi o quasi nulli, sistema degli orari (territoriale, familiare e personale) con flessibilità controllata, cultura territoriale svincolata da modelli imposti dall'ideologia dei consumi.

Fabio Luppino scrive su l’Unità di ieri, 3 aprile: «Non so come fare. Ho meno ore, non riesco a sentirli più. Ormai per il voto orale devo fare dei compiti scritti. L’anno scorso ne avevo 22, quest’anno 28. L’anno scorso avevo quattro ore di latino, quest’anno tre. Ma sono preoccupato: ogni volta che li chiamo sono sorpresi, non riescono ad esprimersi. È colpa mia? Non lo so, i miei colleghi mi raccontano le stesse cose».

Uno sfogo, uno dei tanti. Della riforma Gelmini nelle superiori si è parlato in teoria. I conti con la realtà si cominciano a fare, ora, nelle scuole: sono devastanti.

La generazione del monosillabo delle parole mozze, delle sigle per darsi affetto, così come si vanno forgiando invasi da facebook, a scuola trasferisce per intero l’incertezza lessicale. E non c’è tempo per rimediare. Il pittoresco Lorenzo creato da Corrado Guzzanti - che non riusciva nemmeno ad arrivarci al monosillabo, ma un rumore contorto usciva dalla sua voce per comunicare- è stato ampiamente superato, anche se la figura resta profetica visto che la parodia vide la luce ben prima dell’esplosione dei social forum. Nei licei la riduzione oraria è solo nelle prime classi. Negli altri istituti superiori è a regime in tutte e cinque le classi.”

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