mercoledì 3 marzo 2010

•Rifiutare mancanza di speranza ed isolamento


«La plastica si sta squagliando? Sembrerebbe. Certo è che coloro che si erano illusi dopo le elezioni del 2008 che il Pdl fosse diventato un partito più o meno vero, qualcosa di più di una lista elettorale, sono costretti ora a ricredersi. Non era qualcosa di più: spesso, troppo spesso, era qualcosa di peggio. Una corte, è stato autorevolmente detto. Ma a quel che è dato vedere pare piuttosto una somma di rissosi potentati locali riuniti intorno a figuranti di terz’ordine, rimasuglio delle oligarchie e dei quadri dei partiti di governo della prima Repubblica. E tra loro, mischiati alla rinfusa — specie nel Mezzogiorno, che in questo caso comincia dal Lazio e da Roma— gente dai dubbi precedenti, ragazze troppo avvenenti, figli e nipoti, genti d’ogni risma ma di nessuna capacità. E’ per l’appunto tra queste fila che a partire dalla primavera dell’anno scorso si stanno ordendo a ripetizione intrighi, organizzando giochi e delazioni, quando non vere e proprie congiure ...., allo scopo di trovarsi pronti, con i collegamenti giusti, quando sarà giunto il momento, da molti dei cortigiani giudicato imminente, in cui l’Augusto sarà costretto in un modo o nell’altro a lasciare il potere.» [ E. Galli Della Loggia, Corriere della sera, 3 marzo 2010] Quanto descritto in questi due paragrafi (ed anche nei successivi) ben lumeggia la situazione con la quale in questi giorni ci stiamo confrontando.

La cosiddetta “politica del fare” tanto strombazzata spesso “fare” non è o è “fare a ritmo mediatico” e con approssimazione populistica. Una politica che sta progressivamente spegnendo in molti la speranza ed induce una generale intossicazione che infetta ogni atto e relazione. Dove andare? Perché? Con chi? Per chi? Abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di fermare questa deriva e riassumere responsabilità diretta del costruire e del creare le condizioni perché altri, poi, riescano a completare. Il ‘popolo di Dio’ - la Chiesa - deve essere in prima fila, rifiutare il ghetto nel quale viene spinto e dove irresponsabilmente alcuni fondamentalisti confessionali e fondamentalisti laicisti di fatto lo relegano; non accettare il ruolo di solo specialista in assistenza sociale che affianca chi ha il bastone di comando ed assistere passivo alla definizione delle regole di una Comunità che legge la parola ‘libertà’ come possibilità di operare per le proprie dirette accumulazioni edonistiche - tenendo conto di ogni altro componente della società solo se ciò di cui questi ha bisogno è compatibile con progetti ed obiettivi sottesi.

martedì 2 marzo 2010

• Le regole? Inciampi!

In questi giorni si aprono TV e giornali e ci colpisce un momento presente da sempre (o meglio da quando si vota sulla base di liste che gruppi di privati cittadini - raggruppati o meno nei partiti - presentanto al vaglio degli elettori): l'accettazione o meno da parte dei tribunali delle liste dei candidati sulla base delle regole che il Parlamento e chi gestisce il potere hanno rese universali per tutti i contendenti.

Questa volta fa più effetto perché due capisaldi di chi gestisce a stragrande maggioranza il Paese (oltre la metà dei parlamentari più degli altri nelle due Camere), Lombardia e Lazio, hanno smarronato. A quanto si capisce per eccesso di 'sicurezza', in un caso, e per propria implosione in atto, nell'altro. Entrambi i casi accompagnati, un po' ovunque, da defaillance di questo o di quello. Sembrano esenti i tre maggiori raggruppamenti di opposizione: PD, UDC e IDV, più attenti a non sbagliare o semplicemente consapevoli del valore di regole condivise.

Ma i due casi di Lombardia e Lazio, in particolare, sono espressione di una scarsa attenzione alle regole e danno l'impressione che le regole siano considerate un inciampo o poco più. Con particolare accentuazione in questi ultimi due anni di vita politica sono state accompagnate dalla diffusione capillare della corruzione nelle relazioni private e pubbliche (che colpisce ovunque) nonché dalla cultura anche formalmente accreditata del 'ghe pensi mi!', del 'sono l'uomo del fare', de 'il più forte deve avere le mani libere, sempre e comunque perché il vincente ha sempre ragione'.

Nonostante tutto questo, annota Luigi Accattoli nel suo blog: «“La Polverini a voi comunisti infami vi farà diventare polvere“: scritto col pennarello su una macchina distributrice di biglietti per i parcheggi, a Porta Pia, Roma Nomentano. Forse lo scrivente non lo sa ma il sapore della scritta è quaresimale: “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai“.»

A chi in questi giorni dice - sottovoce o meno - di essere preoccupato per la nostra democrazia e per la convivenza civile della nostra Italia, faccio notare che, a mio parere, non è più sufficiente essere solo preoccupati, la deriva è in atto ed acquista sempre maggiore velocità. È necessario che insieme cerchiamo di spingere perché garanzie e specificità democratiche, di partecipazione attiva alla formazione delle decisioni e derive solidaristiche siano sempre più attive e vitali.